Napolitano: “Su Lampedusa e i migranti no alle reazioni sbrigative”

Pubblicato il 28 Marzo 2011 - 08:26 OLTRE 6 MESI FA

Giorgio Napolitano

NEW YORK – Per il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, di fronte alle nuove ondate di immigrati, In Italia ”ci sono ogni tanto delle posizioni, delle reazioni un po’ sbrigative a livello di opinione pubblica” alle quali non bisogna indulgere. Piuttosto bisogna ricordare il nostro passato di paese numero uno in Europa per numero di emigranti e ”governare” la nuova situazione che si è creata, anche se ”non è semplice”.

‘Proprio perché c’è stata un’accelerazione, che – ha aggiunto Napolitano – nel giro di vent’anni ci ha fatto passare da una quota minima di immigrati ad una presenza pari al 7 per cento della popolazione, e quindi ci sono state delle scosse dal punto di vista sociale e psicologico, bisogna governarle”. Quali sono gli elementi in comune fra quella emigrazione storica italiana e questa oggi in arrivo in Italia? ”C’è  la stessa ricerca talvolta disperata di lavoro e di vita decente” ha risposto Napolitano invitando a considerare che ”nel frattempo è cambiato il contesto mondiale”.

”Oggi – ha spiegato – c’è un incrocio fra l’Italia e l’Africa che prima non c’era. E l’Italia è in Europa uno degli ultimi paesi che dopo essere stati paese di emigrazione, e l’Italia in passato e’ stato il numero uno, sono diventati luogo di immigrazione”. ”E’ importante – ha aggiunto – che in Italia non si dimentichi di essere stati un paese di emigranti. Il modo di considerare chi arriva non puo’ prescindere dall’esperienza dolorosa che abbiamo fatto, che alla fine si e’ rivelata gratificante, perche’ in un paese come gli Stati Uniti, ad esempio, gli italiani siano riusciti a farsi strada”. Ci sono tanti problEmi, ma non sono piu’ i tempi durissimi di una volta. Qualcosa è migliorato. ”Adesso, tutto sommato, – ricorda il capo dello Stato – ci sono dei meccanismi di accoglienza soprattutto in sede europea. Una volta non c’erano e chi partiva dall’Italia e sbarcava in Australia viveva un periodo iniziale durissimo, piu’ duro di quello riservato oggi gli immigrati che arrivano in Europa e in Italia”.