Imu: accise, service tax, imposte comunali. Nel 2014 torna. Grazie, Berlusconi

di redazione Blitz
Pubblicato il 11 Agosto 2013 - 13:25 OLTRE 6 MESI FA
Imu: accise, service tax, imposte comunali. Nel 2014 torna. Grazie, Berlusconi

Fabrizio Saccomanni, ministro della Economia. Via Imu, ancor più tasse

ROMA – Sarà davvero abolita la Imu? Nessuno ci crede, per ragioni di conti pubblici e anche di bassa politica.

Alla fine verrà fuori una mezza presa in giro, con una abolizione provvisoria solo per il 2013 e una nuova botta di tasse che ci farà rimpiangere quella provvisoriamente abolita e che poi ritornerà più vispa che mai, in compagnia di una nuova raffica di tasse comunali.

In questo senso sembrano andare le parole del sottosegretario all’ Economia, Pierpaolo Baretta, in un’intervista all’Avvenire e una al Mattino: non solo ci sarà una nuova tassa, la service tax, ma da subito aumenteranno, “temporaneamente” dice lui, “alcune accise”: vuoi vedere che sale ancora il prezzo della benzina?

A uno Stato avido del sangue dei suoi cittadini e incapace di seri risparmi, a un’orda di descamisados innamorati di Berlusconi e di sanculotti incitati da Susanna Camusso, il gioco piace come quello delle tre carte: ti tolgo la tassa per quest’anno, la sostituisco con un’altra, poi l’anno prossimo ripristino la vecchia tassa e tengo la nuova.

Anche i giornali che sostengono Berlusconi cominciano a capire che la battaglia per la Imu è una sciocchezza, anzi un boomerang per quei poveri illusi che lo hanno votato. Non ci sono i soldi, dice il Governo, ma la cosa appare più un pretesto che la realtà: su un bilancio di oltre 1.500 miliardi di euro, non sono certo 2 dicesi due che fanno la differenza.

La ragione vera è che nessuno con un po’ di testa è disposto a regalare una simile vittoria a Berlusconi, ben sapendo che il giorno dopo averla ottenuta Berlusconi farà saltare il tavolo e andrà alle elezioni anticipate per raccogliere il frutto della sua demagogia.

Il groviglio Imu si somma con l’altro grande problema della politica italiana, quello di Berlusconi condannato a 4 anni di carcere e, in prospettiva, alla interdizione da cariche pubbliche, mentre a breve si delinea un voto del Senato per dichiararlo ineleggibile da subito.

Le posizioni sono ormai abbastanza trasparenti. Stefano Fassina, del Pd, dice:

“Per noi i ricatti sono inaccettabili. Abbiamo detto no alla grazia a Berlusconi, diremo no anche sull’Imu”.

Renato Brunetta,citato dal Giornale, ha l’aria smarrita:

“Dal Tesoro non è arrivata alcuna proposta serie a organica”.

Eppure, secondo Libero,

“sull’abolizione dell’ Imu il governo si gioca tutto”.

Secondo Franco Bechis, su Libero,

Enrico Letta ha sostanzialmente deciso di ordinare al ministro Fabrizio Saccomanni l’abolizione totale dell’imposta per solo per il 2013 (sono esclusi tutti quelli che hanno già pagato la rata a metà giugno e che pagheranno regolarmente la seconda a metà dicembre)”.

Enrico Letta, stando a Franco Bechis, avrebbe così delineato la sua strategia:

“Entro fine agosto toglieremo la Imu, con un decreto legge, in modo che non si debba pagare il 15 settembre, esattamente come chiede Berlusconi. Sarà però una misura temporanea, relativa al solo 2013, perché dal 2014 in poi le coperture sono ancora tutte da trovare”.

In questo modo, secondo Libero, Enrico Letta

“dà respiro al suo governo dato che toglie una “bomba” dalle mani dei falchi del Pdl. Le posizioni dei partiti sull’abolizione della tassa sono chiarissime: per il Pdl la tassa sulla prima casa e sui terreni agricoli non si deve pagare più. Il Pd cerca un compromesso che assicuri da una parte la stabilità ai conti di Stato e Comuni, dall’altro dia le risorse per uscire dalla crisi”.

Secondo il piano Letta – Saccomanni, il Governo rinuncerebbe ai 2,4 miliardi della rata dell’ Imu sulla prima casa ma a dicembre potrebbe entrare in gioco la service tax, che Libero spiega così:

“I contribuenti invece di versare il saldo della Imu dovranno pagare un’imposta unica, Imu e Tares non esisteranno più ma saranno sostituite da una tassa unica con cui i sindaci faranno pagare servizi che offrono, dall’illuminazione ai trasporti”. 

Su questa lunghezza d’onda è anche il Sole 24 Ore, dove Marco Mobili scrive:

“Assicurare due miliardi l’anno ai Comuni con un allentamento dei vicoli finanziari e introdurre una service tax in grado di garantire ai municipi una dote altrettanto cospicua”.

Importante è garantire ai sindaci 4 miliardi con i quali manovrare su aliquote e detrazioni per arrivare anche ad azzerare l’Imu sull’abitazione principale.

Secondo il ministero dell’ Economia,

“già nel 2012 sono stati più di 1.000 i sindaci che hanno azzerato l’imposta sull’abitazione principale con l’aumento della detrazione (fino al massimo dell’imposta dovuta) o con la riduzione dell’aliquota (attualmente dal 4 al 2 per mille)”.

La gestione dell’imposta in questo modo resterebbe tutta nelle mani dei Comuni e potrebbe scattare il principio federalista di un’imposta sulla casa a completa gestione comunale: «vedo, pago, voto».

Un specie di interpretazione autentica è intanto venuta dal sottosegretario all’Economia, Pierpaolo Baretta, in un’intervista all’Avvenire:

”A fine agosto il Governo varerà un decreto che conterrà due novità rilevanti: primo, la rata di giugno sull’abitazione principale, sospesa sino a settembre, sparirà del tutto alleggerendo i proprietari per un totale di due miliardi; secondo, ci sarà una riforma complessiva che istituirà una tassa comunale sui servizi del tutto nuova”.

Secondo Baretta l’impatto della nuova tassa comunale a livello complessivo

”sulle tasche dei cittadini sarà inferiore alla somma delle imposte municipali sinora pagate”.

A questo fine, aggiunge,

”lo Stato metterà in modo strutturale a disposizione dei sindaci almeno altri due miliardi di euro, per aiutarli ad andarci leggeri nella definizione delle aliquote”. Quanto al reperimento delle risorse per eliminare la rata Imu di giugno, Baretta evidenzia che si sta definendo la copertura, che sarà ”una tantum” e ”potrà essere raggiunta sia con tagli di spesa, sia con aumenti temporanei di alcune accise”.

In un’altra intervista al Mattino il sottosegretario ribadisce:

”Superare l’Imu vuol dire ad esempio cambiare la natura dell’imposta e parlare di service tax”.

Infatti per Baretta ormai sembra

”ci si orienti verso due” ipotesi: ”la maggiore capacità impositiva dei Comuni e la service tax”.