Decreto fiscale: polemica per l’Imu-bis. Il Governo: “Vige dal 2007”

Pubblicato il 23 Aprile 2012 - 19:37 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Scoppia la polemica sull’Imu-bis, l’imposta di scopo precisata nel decreto fiscale che i sindaci possono istituire come addizionale all’Imu per finanziare opere pubbliche. “La tassa giusta nel momento sbagliato”, è il commento di Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia e presidente dell’Anci. E a cercare di fare chiarezza è sceso in campo anche il ministero dell’Economia, per ricordare che l’imposta di scopo “è già vigente dal 2007 e che il decreto fiscale ha introdotto solo modifiche di coordinamento con la disciplina dell’Imu”. L’imposta, ricorda il Ministero, “si applicava sulla base della disciplina dell’Ici con un’aliquota massima dello 0,5 per mille e per un periodo massimo di 5 anni”.

Il tutto mentre il decreto fiscale è all’esame del Senato. Depositate in aula circa 150 proposte di modifica anche in commissione. Visti i tempi così ristretti per l’esame del decreto, che scadrà il 2 maggio, é assai probabile che il governo ponga la questione di fiducia. Il presidente della commissione Finanze della Camera, Gianfranco Conte, cerca di stemperare i toni. Si tratta “solo di un allineamento normativo”, di regolamentare le tasse di scopo, che si applicherà alla base Imu al posto della vecchia Ici. Conte non ha escluso che possano esserci ulteriori aumenti di tasse locali potendo i Comuni regolare l’imposta di scopo da sé ma ognuno si prenderà “le sue responsabilità”.

Come ricorda il Sole 24 Ore, nel 2011, il decreto legislativo n. 23 sul federalismo municipale, all’articolo 6, ha confermato l’impianto normativo del tributo demandando a un provvedimento di attuazione la definizione di regole per l’estensione a 10 anni del periodo massimo di applicazione dell’imposta e per l’individuazione di ulteriori opere da finanziare, eventualmente anche per intero, con il gettito. Per effetto delle modifiche introdotte, da ultimo, dal decreto fiscale in fase di conversione al Senato, i comuni potranno scegliere di istituire l’imposta o, nel caso in cui l’avessero già introdotta, potranno continuare ad applicarla adeguandola all’Imu. Solo 20 comuni hanno istituito l’imposta di scopo esercitando la facoltà concessa, anche se nella maggior parte dei casi è scaduta nel 2011 (la durata era massimo 5 anni).