Lavoro, conflitto d’interessi e… Imu: ecco l’agenda Monti

Pubblicato il 23 Dicembre 2012 - 20:50 OLTRE 6 MESI FA
Mario Monti

ROMA – ”Cambiare l’Italia, cambiare l’Europa”. L’agenda su cui Mario Monti chiede un sì o un no sarà pubblicata su un sito aperto per l’occasione, agenda-Monti.it. Il sito ha già una dicitura significativa, che sembra perfetta per una lista elettorale: sotto il titolo “Agenda Monti” si legge infatti “Monti per l’Italia”.

I contenuti dell’agenda saranno ”aperti ai contributi” di chi vorrà ma l’architrave è stato chiaramente indicato da Monti: ”Non bisogna distruggere ciò che con grandi sacrifici si è fatto”. Il perimetro del programma è fissato: Europa, stabilità di bilancio, lotta all’evasione, crescita.

FISCO: ”Io non amo le tasse”, dice Mario Monti, ma esse sono ”parte legittima e doverosa di una vita di cittadinanza”. Monti spiega che l’Imu sulla prima casa non può essere eliminata. Se qualcuno lo facesse, dopo un anno chiunque fosse al governo dovrebbe reintrodurla, ma raddoppiata. La lotta all’evasione resta una priorità: Monti giudica ”deleterio” lo slogan ”Lo stato mette le mani nelle tasche degli italiani”. “Sono gli evasori che mettono le loro mani nelle tasche dei compatrioti onesti”.

CONFLITTO DI INTERESSI: Monti indica come necessaria una ”robusta disciplina” della materia.

GIUSTIZIA: Monti propone una revisione della disciplina sulle prescrizioni e una riforma delle intercettazioni e un ”rafforzamento” delle norme sul falso in bilancio.

CORRUZIONE: Monti vuole riaprire il capitolo della lotta alla corruzione. La riforma da poco approvata dal Parlamento ha subito un ”impoverimento” : colpa dell’opposizione di ”alcune forze politiche”. Monti prevede nel suo programma anche un ampliamento della disciplina del voto di scambio.

LAVORO: Monti chiede di affrontare il nodo dell’occupazione in un’ottica moderna e non partendo da posizioni ”nobilmente arcaiche”. Tra le proposte dell’agenda figurerà lo spostamento del baricentro della contrattazione collettiva verso i luoghi di lavori. I sindacati devono cambiare mentalità: serve una ”drastica semplificazione”, bisogna arrivare a un corpus di norme più snello ”che tuteli i diritti ma superi il dualismo tra lavoratori a tempo indeterminato e no”. Secondo Monti il tempo medio di passaggio da un impiego all’altro dovrebbe essere di un anno.