Inchiesta G8: chi è lo “zio” temuto anche da Palazzo Chigi?

Pubblicato il 22 Febbraio 2010 - 14:21 OLTRE 6 MESI FA

Non ci sono solo padri, figli e cognati. Dalla nuova informativa che i carabinieri di Firenze hanno consegnato alla procura di Perugia, ormai titolare di gran parte dei fascicoli sugli appalti delle Grandi Opere, spunta anche la figura misteriosa di uno “zio”. È la persona con la quale si incontra Angelo Balducci, domenica 31 gennaio, il giorno dopo aver scoperto di essere ormai prossimo ad essere arrestato.

Delle tante telefonate allegate all’informativa, i carabinieri ne trascrivono una per intero. La considerano interessante, ma non sono riusciti a venirne a capo. Alle 12.12 del 30 gennaio, il presidente delle Grandi Opere riceve una telefonata da Sergio Lupinacci, noto avvocato romano. Si è conclusa da pochi minuti l’inaugurazione dell’anno giudiziario del distretto di Roma, alla quale, come di consueto, partecipano magistrati e personaggi politici.

Lupinacci: «… allora… senti ho appena terminato… anno giudiziario… quindi ti porto i saluti di persone istituzionalmente a te molto care». Balducci: «Grazie». Lupinacci: «Naturalmente hai un invito». Balducci: «… senti… scusa… io purtroppo… sia ieri… ieri sono stato fuori che avevo un impegno a Pesaro… e adesso sto muovendomi da Roma». Lupinacci: «Con calma» (…). Balducci: «Scusa Sergio ti volevo chiedere questo… domani mattina tu sei a Roma o fuori?». Lupinacci: «Angelo, a Roma… tu sei a Roma io sono a Roma… io sono a Roma punto». Balducci: «… perché… io domani mattina presto devo vedere lo “zio” un attimo… dopo, verso le 9 e mezzo così… se ti potevo offrire un caffè anche in piazza…».

L’identità dello “zio” rimane ignota. Siamo al 30 gennaio, fine mattinata. Balducci e Sessa hanno appena appreso, da Azzopardi via Camillo Toro, di essere oggetto di un’indagine che ha già generato alcune richieste di custodia cautelare. L’attività telefonica diventa frenetica. Balducci chiama Renato Lauro, professore ordinario di Medicina interna e gli chiede un incontro per il giorno seguente, domenica. «… Al limite un minuto, domani mattina prendiamo un caffè… sai per me dalle 8 in poi… quando è comodo anche per te». Poi chiede al suo segretario di mettersi in contatto «urgente» con Mauro Della Giovampaola, un altro degli imprenditori che saranno poi arrestati con lui.

Oggi lunedì 22 gennaio lo “zio” rispunta fuori, stavolta in una nota di Palazzo Chigi: «L’ingegner Balducci non è venuto a Palazzo Chigi né il 28, né il 29, né il 30 gennaio e neppure nei giorni successivi e non è certo a Palazzo Chigi quello “zio” che qualcuno cerca il 30 gennaio e neppure quel fantomatico “altro” con il quale qualcuno vorrebbe “fare il punto” il 29. Neanche le ripetute insinuazioni di qualche giornale possono modificare quella che è la verità».