Inchiesta G8: Corte Conti Lazio valuta apertura inchiesta

Pubblicato il 16 Febbraio 2010 - 16:01 OLTRE 6 MESI FA

La “sussistenza di fatti specifici” negli atti dell’inchiesta di Firenze sugli appalti del G8 è al vaglio della procura regionale del Lazio della Corte dei Conti che – secondo quanto si è appreso – potrebbe presto aprire un fascicolo con l’ipotesi di danno erariale.

Il procuratore regionale Pasquale Iannantuono ha alla sua attenzione i casi di presunta corruzione che hanno portato in carcere Angelo Balducci, direttore del Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo; Fabio De Santis e Mauro Della Giovampaola, funzionari della stessa struttura; e il costruttore romano Diego Anemone, accusato di essere il ‘grande corruttore’.

Se fino ad oggi non è stata aperta alcuna istruttoria – spiegano in ambienti della Corte dei Conti – è perché dallo scorso luglio, quando sono entrate in vigore le nuove norme del decreto anticrisi, i magistrati contabili possono aprire la propria attività istruttoria unicamente sulla base di una “specifica e concreta notizia di danno”.

Dunque, della gran mole di accuse contenute nelle carte dell’inchiesta penale, i magistrati della procura della Corte dei Conti del Lazio dovranno valutare “aspetti specifici e non indeterminati” per avviare un’inchiesta di responsabilità contabile su un eventuale danno all’erario della Pubblica amministrazione commesso dai funzionari finiti in carcere o indagati. Altrimenti, con le nuove norme in vigore da sette mesi, l’atto di citazione in giudizio rischia di essere annullato per genericità.

Nell’inchiesta fiorentina, inoltre, risultano coinvolti a vario titolo due magistrati della Corte dei Conti, Mario Sancetta e Antonello Colosimo, che secondo il gip Rosario Lupo avrebbero avuto “rapporti poco chiari” con l’imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli, l’uomo che in un’intercettazione con il cognato ammette di aver contratto un prestito con “soggetti campani” con i quali “se si sgarra è la fine”. Al momento – secondo quanto si è appreso in ambienti della procura generale della Corte dei Conti – ai due consiglieri non sarebbe stato mosso alcun rilievo disciplinare.