Inchiesta G8, figlie di Bertolaso: “Basta menzogne e calunnie”

Pubblicato il 18 Febbraio 2010 - 21:22 OLTRE 6 MESI FA

«Non intendo tacere oltre lo scempio che si è compiuto su un uomo che ha trascorso gli ultimi nove anni della sua vita a soccorrere i suoi concittadini meno fortunati». E’ un passaggio della lettera che Chiara Bertolaso, anche a nome della sorella Olivia – le figlie del capo della Protezione Civile indagato nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti del G8 – ha scritto per denunciare come la “vita e le opere” del padre si sono piegate «sotto la forza dirompente della calunnia e della menzogna».

La lettera sarà pubblicata domani in esclusiva da “Panorama” ed è stata letta al Tg1. «Sono una giovane studentessa che ama il suo paese e crede nelle istituzioni – scrive Chiara – In questi ultimi giorni ho visto la sua famiglia, la sua vita e le sue opere piegarsi sotto la forza dirompente della calunnia e della menzogna. Ho sentito parlare di Guido Bertolaso, mio padre, come di un avido ed un corrotto».

La ragazza sottolinea anche la gravità delle accuse sessuali. «Ipotesi infamanti – dice – mosse sulla base di parole estrapolate da intercettazioni che dovevano rimanere segrete fino al processo. Ma in questo caso – aggiunge – si è già sentenziato sulla colpevolezza di Bertolaso prima ancora che si decida se rinviarlo a giudizio o meno. Alcuni giornalisti senza scrupoli hanno deciso di ergersi al di sopra della giustizia per condannare e distruggere in pochi minuti la reputazione e il duro lavoro di un uomo».

Le sorelle Bertolaso proseguono sostenendo che «é stato divulgato ciò che faceva più comodo e che avrebbe fatto vendere di più. E’ un vortice che trascina tutto e tutti nella distruzione».

Chiara sostiene inoltre di «non voler negare» la la fondamentale libertà di stampa, ma «piuttosto vorrei denunciare la libertà di menzogna di divulgare notizie approssimative, un reato per il quale non è prevista una pena commisurata al delitto».

«Caro papà – concludono le ragazze – di certo non saranno le parole al vento di qualche giornalista improvvisato a toccarci. Ma anzi serviranno a motivarci sempre di più nella volontà di cambiare questo paese».