Inchiesta Protezione Civile: perquisito ufficio di De Santis e istituto di credito di Verdini

Pubblicato il 24 Febbraio 2010 - 09:44 OLTRE 6 MESI FA

Martedì mattina i carabinieri del Ros si sono presentati un’altra volta al numero 15 di via de’ Servi, a Firenze, vicino al Duomo. Dagli uffici del Provveditorato alle opere pubbliche della Toscana e dell’Umbria, i militari hanno portato via nuovi documenti che si aggiungono ai già numerosi atti dell’inchiesta sugli appalti. L’ufficio è quello guidato da Fabio De Santis, una delle quattro persone arrestate il 10 febbraio scorso nell’inchiesta appalti.

Le carte portate via dai carabinieri riguardano i lavori per i Nuovi Uffizi, il raddoppio del museo per il quale era stato nominato responsabile Mauro Della Giovampaola, un altro degli arrestati. Ed il cantiere per la scuola marescialli di Firenze, un appalto prima affidato alla Btp dell’indagato Riccardo Fusi e poi finito al centro di una serie di ricorsi che di fatto ha bloccato l’opera.

Inoltre, secondo quanto si apprende, la Banca d’Italia ha predisposto un accertamento ispettivo presso il Credito cooperativo fiorentino e sta collaborando con i magistrati. Si tratta dell’istituto guidato da Denis Verdini, coordinatore del Pdl, anche lui finito nel registro degli indagati.

Sono proprio questi i filoni che rimarranno di competenza della procura fiorentina. Il resto dell’inchiesta è stato trasferito a Perugia, visto il coinvolgimento dell’ormai ex procuratore aggiunto di Roma, Achille Toro. Proprio martedì i magistrati di Firenze che coordinano l’inchiesta si sono incontrati con i loro colleghi umbri per perfezionare il trasferimento dei fascicoli.

Prima, però, il pool fiorentino che si occupa dei reati contro la pubblica amministrazione ha fatto il punto sulla parte di propria competenza. Il procuratore capo Giuseppe Quattrocchi dribbla le domande sulle altre ordinanze pendenti da giorni: «Stiamo lavorando su altre cose, da tempo. Vedremo quali sbocchi avranno i novi esiti investigativi». E preferisce attenuare i rapporti con la procura di Roma, dopo lo scontro dei giorni scorsi, sostenendo che «si è recuperato il clima di rispetto, stima e collaborazione reciproca che c’è sempre stato».

Sempre martedì a Firenze c’è stata l’udienza al tribunale del riesame. L’unico ad aver presentato ricorso e a non fare poi marcia indietro è stato proprio il provveditore alle opere pubbliche De Santis. Ma dalle carte depositate emerge qualche altro dettaglio sugli interrogatori di garanzia del 12 febbraio scorso. Angelo Balducci e Diego Anemone sostengono che i viaggi a Berlino e Madrid non erano una fuga all’estero ma una vacanza programmata da tempo. Mentre Della Giovampaola chiama di nuovo in causa Guido Bertolaso facendo mettere a verbale che «tutte le imprese al G8 hanno avuto rapporti » con il capo della Protezione civile.

Dovrebbe arrivare entro venerdì la decisione del gip umbro sulla richiesta di rinnovo della custodia cautelare per i quattro arrestati. A loro i pm perugini contestano solo il reato di concorso in corruzione, mentre per l’ex procuratore Toro l’accusa è di corruzione, favoreggiamento e rivelazione del segreto d’ufficio. Nei giorni scorsi anche la procura dell’Aquila aveva chiesto a Firenze gli atti dell’inchiesta. In Abruzzo i fascicoli non sono ancora arrivati. «Ma siamo sicuri—dice il procuratore Alfredo Rossini—che manterranno la parola data».