Inchieste di Bari: Paglino la talpa che fece uscire le rivelazioni su Berlusconi?

Pubblicato il 8 Giugno 2010 - 19:19| Aggiornato il 9 Giugno 2010 OLTRE 6 MESI FA

Avrebbe un nome la presunta talpa delle inchieste pugliesi che coinvolgono il premier, Silvio Berlusconi. Sarebbe quello del tenente colonnello della Guardia di Finanza Salvatore Paglino, agli arresti domiciliari a Bari dal primo giugno per episodi di peculato e per altre rivelazioni del segreto d’ufficio. Il colonnello, secondo i risultati di un’indagine ancora in corso, avrebbe avuto un ruolo sia nella consegna ad una giornalista dei verbali secretati di Gianpaolo Tarantini sul giro di donne a Palazzo Grazioli, sia sulla fuga di notizie a proposito dell’esistenza dell’indagine della procura di Trani a carico del premier, indagato per la vicenda Agcom-Annozero, poi trasferita al tribunale dei ministri.

Nella fuga di notizie che ha caratterizzato l’esistenza dell’indagine Agcom-Annozero sarebbe coinvolto anche un magistrato in servizio a Trani che, secondo una prima ricostruzione dei fatti, avrebbe comunicato con alcuni giornalisti utilizzando il telefono cellulare (intercettato dalla procura di Bari) dell’ufficiale della Guardia di finanza in servizio a Bari. Al momento gli inquirenti baresi stanno svolgendo accertamenti sul reale coinvolgimento del magistrato per stabilire se sia stato davvero lui a conversare al telefono con i cronisti, convocandoli di fatto a Trani per parlare a loro dell’inchiesta.

Paglino, intanto, è agli arresti domiciliari da una settimana per peculato, mentre è indagato a piede libero anche per quattro episodi di rivelazione del segreto d’ufficio (che nulla hanno a che fare con la pubblicazione dei verbali di Tarantini e con l’inchiesta Agcom-Annozero) e per stalking (reato che il gip ha invitato la procura a rivedere) ai danni di una escort e di una giornalista. L’arresto dell’ufficiale è stato disposto al termine di una prima fase delle indagini affidate ai poliziotti dello Sco di Roma e della squadra mobile di Bari che, oltre all’ufficiale, hanno intercettato diversi giornalisti e, indirettamente, tutti i loro interlocutori.

I verbali di interrogatorio furono pubblicati dal Corriere della Sera il 9 settembre 2009, giorno dell’insediamento del procuratore della Repubblica di Bari, Antonio Laudati, che avviò subito un’indagine sulle numerose fughe di notizie che hanno caratterizzato per qualche tempo l’attività della procura pugliese. Nei verbali, ceduti alla cronista pare un mese prima della pubblicazione, Tarantini rivelava al pm Giuseppe Scelsi e agli uomini della Gdf presenti all’audizione, di aver inviato numerose donne (tra cui la escort Patrizia D’Addario) a feste organizzate dal premier Silvio Berlusconi nelle sue residenze private e di aver pagato le prestazioni sessuali offerte da alcune prostitute all’allora vice presidente della Regione Puglia, Sandro Frisullo (Pd). Quest’ultimo, per le sue relazioni con Tarantini, è da qualche tempo agli arresti domiciliari per associazione per delinquere e turbativa d’asta ed è indagato a piede libero per corruzione.

Nell’inchiesta tranese, Berlusconi – si seppe a metà marzo, prima dell’invio della sua posizione al tribunale dei ministri della capitale – è indagato per concussione e minacce a Corpo amministrativo dello Stato in relazione alle presunte pressioni esercitate sul commissario dell’Agcom, Giancarlo Innocenzi, per far chiudere ‘Annozero’ di Michele Santoro. La posizione di Innocenzi (indagato per favoreggiamento) è tuttora all’esame della procura di Trani come quella del direttore del Tg1 Augusto Minzolini, indagato per aver rivelato a terzi il contenuto di un’audizione a cui era stato sottoposto come testimone dalla procura di Trani.