Calabrò: “Sudditi, non cittadini senza la libertà d’informazione”

Pubblicato il 18 Luglio 2010 - 16:03 OLTRE 6 MESI FA

”Senza libertà di informazione, non siamo cittadini ma siamo sudditi”. A dire questa frase in un periodo in cui si parla di bavaglio e intercettazioni da negare è Corrado Calabrò, presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ospite del Premio Tropea nelle vesti di poeta.

Appellandosi all’articolo 21 della Costituzione, ai principi fondanti dell’Unione Europea e al Trattato di Lisbona, Calabrò torna sul dibattito di questi giorni sul ddl intercettazioni e parla anche dell”’esigenza di tutelare la dignità e la riservatezza” come diritto contrapposto a quello di informare e di essere informati, che però non deve mai consentire ”di oscurare la mente”.

E cita ”il pluralismo come valore prezioso, costituzionalmente garantito”, che rappresenta un antidoto per tutelare ”dalla possibile prevaricazione di certa stampa e dal rischio di appiattimento su un pensiero unico”.