Intercettazioni, Casini: “Una legge che tutela il malaffare”
Dal leader dell’Udc Pierferdinando Casini arriva un secco no alla legge sulle intercettazioni in discussione alla commissione Giustizia del Senato.
“Non possiamo avallare la legge sulle intercettazioni che sia la risposta alle inchieste giudiziarie di questi giorni. Sarebbe una censura inammissibile” ha detto Casini nel suo intervento finale in un seminario in corso a Todi.
Casini dice alla maggioranza di fermarsi. “Perché altrimenti sarebbe un grande errore. Tutti infatti ritengono che questa legge la facciate per tutelare il malaffare e non per tutelare la privacy”.
Propone il “patto per l’Italia”. Il leader dell’Udc, però, propone anche un’alleanza tra opposizione e maggioranza per affrontare la crisi economica. Contro la crisi e per le riforme serve un “patto per l’Italia – dice – tra maggioranza e l’opposizione che ricalchi le tradizioni migliori. Serve un patto perché il Paese va a rotoli”. Casini sollecita poi il premier Silvio Berlusconi ad andare in tv e a dire che “c’è un’ emergenza e che la casa brucia” e a “fare un appello ai politici di buona volontà evitando di farci fare la fine dei polli di Renzo”.
Simbolo dell’Udc. Casini torna poi sul tema del simbolo Udc. “Va tolto il mio nome – afferma – sono contrario ai partiti personali. Siamo alla ricerca di un simbolo e del nome, e vogliamo farlo senza alcun riferimento alle persone perché le cose che rimangono non sono legate alle persone. Le persone passano, le tradizioni politiche ideali restano e si radicano nel paese se sono tali”. Riferendosi quindi allo scudo crociato, Casini aggiunge: “Un partito deve conservare la propria memoria, ma la memoria non è sufficiente”.