Temi l’indagine, forse sei intercettato? La soluzione c’è: chiama un onorevole

Pubblicato il 21 Aprile 2010 - 15:49| Aggiornato il 21 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Pensate di essere sotto indagine, temete che qualche vostra attività o “relazione” abbia destato l’interesse della magistratura, avete il sospetto che il vostro telefono sia sotto controllo? Procuratevi il numero di un parlamentare e telefonategli, anche per dirgli soltanto “buon giorno”, anche scusandovi poi dicendo: “Scusi, ho sbagliato numero”. L’effetto garantito di questa semplice telefonata sarà lo stop alle intercettazioni, se ci sono. Il vostro telefono d’incanto sarà “libero” e protetto dalla curiosità della giustizia. Questo è sicuro, sta scritto nella nuova legge in fattura sulle intercettazioni: se c’è una conversazione con un parlamentare, allora il giudice deve aprire fascicolo a parte, informare il Parlamento, insomma rendere pubblica la sua attività, avvertire che sta intercettando. Quindi tutti avvisati e addio indagine. Quindi la chiamata ad un parlamentare avrà tra poco, a nuova legge votata, l’effetto che ha il “tana libera tutti” quando si gioca a nascondino. Possiamo raccontarla così la nuova legge, con una sorta di barzelletta dove il “ladro” ferma le “guardie” chiamando a casa l’onorevole proponendo alla sua signora l’acquisto di un aspirapolvere. Raccontare con una barzelletta, con il metodo narrativo cui il premier mai rinuncia. E’, nel caso in specie come dicono i giuristi, una barzelletta vera, può far perfino sorridere. Ma non c’è nulla da ridere.

Da giugno del 2009 fino a febbraio del 2010 per otto mesi sono stati intercettati al telefono sette simpatici signori sospettati di traffico d’armi. Con la nuova legge non accadrà più, non potrà mai più accadere: si intercetta per due mesi con proroga massima di 15 giorni. Poi basta.

Il primo di novembre dello scorso anno il ministro Maroni si rallegrò pubblicamente perché due boss mafiosi, tra i più ricercati, erano stati arrestati. Si erano traditi al telefono: Pasquale Russo si era preoccupato dell’arresto di Salvatore Russo. E il giorno dopo aveva fatto la telefonata che lo incastrava. Arrestati dunque uno dopo l’altro, ad un giorno di distanza. Con la nuova legge il “doppio colpo” è vietato, impossibile: si può intercettare solo il sospettato, non il suo “ambiente”. Quindi, con la nuova legge, Salvatore in galera e Pasquale libero. La nuova legge non vuole “intercettazioni a strascico”, solo mirate, precise, limitate e circoscritte come un raggio laser. La “rete” di ascolto è vietata.

Poi c’è “l’emendamento D’Addario”: è vietato registrare una propria conversazione con un interlocutore ignaro. E’ il caso della escort che registrò quanto si diceva in una notte di festa a Palazzo Grazioli. Non si può più registrare, chi lo fa si becca da sei mesi a quattro anni di reclusione. E nemmeno si può usare il video registratore, almeno con il sonoro. L’imprenditore a cui il consigliere comunale Milko Pennisi chiedeva una tangente di 10mila euro potrà ancora rivolgersi alla polizia e filmare il pagamento. Ma in modalità “muta”. Se un Pennisi gli chiede altro o lo minaccia, questa registrazione sarà illegale e sparirà dalle prove di indagine.

Pubblicarle sui giornali poi le intercettazioni? Depurate dal gossip inutile e fuorviante, contestualizzate perché non si capisca fischi per fiaschi? Neanche parlarne, le intercettazioni non potranno essere pubblicate neanche in forma di riassunto, neanche omettendo frasi, virgolette e lasciando solo la sostanza della notizia. Insomma, fino alla fine delle indagini preliminari non si potrà neanche più scrivere: Luciano Moggi contrattava con i designatori arbitrali e neanche: Silvio Berlusconi chiedeva a un membre della Agcom di trovare un modo per fermare Annozero. Chi lo fa paga quattro mesi di condanna e 20mila euro di multa.

Ma questo è nulla o comunque è materia opinabile quanto e come debba essere pubblicato. Non dovrebbe essere opinabile quanto e come viene indagato. E invece per intercettare e mettere micro spie  ci vorrà la certezza che “le utenze sono intestate a soggetti indagati o sono agli stessi effettivamente e attualmente in uso”. Dunque, se volete fare una telefonata “sicura”, fatela da un telefono intestato ad un amico non indagato. Non è difficile, ci può riuscire chiunque.

E’ questa più o meno la nuova legge sulle intercettazioni. Cosa davvero sia l’opinione pubblica in parte pigramente ignora e in parte tranquillamente se ne frega. E’ una “legge di destra”? Non sta scritto da nessuna parte che “di destra” sia costruire un percorso ad ostacoli per le indagini. Una volta anzi, neanche tanto tempo fa, la destra politica si identificava nella figura del poliziotto e del magistrato che puniva. E’ invece una legge per la “privacy”, dove per “privacy” si intende la possibilità di farsi gli affari propri, qualunque affare purché sia “proprio”, al riparo dal controllo di polizia e magistratura. E’ la legge del “privato” organizzarsi e arrangiarsi messo al riparo dello Stato e della sua invadente e molesta “curiosità”. E’ una legge di governo e non di Stato. La destra una volta era lo Stato, una volta…