Intercettazioni, ‘maratona finita’: testo approvato in commissione, ora tocca al Senato

Pubblicato il 25 Maggio 2010 - 08:44 OLTRE 6 MESI FA

Senato

Alle tre del mattino di martedì 25 maggio la commissione giustizia del Senato ha dato il via libera al ddl intercettazioni. L’opposizione protesta e annuncia battaglia per l’Aula. Dopo una maratona durata circa sei ore il testo che, per ora, impedisce ai cronisti di pubblicare ogni atto di indagine e rende “molto più complessa” la procedura per autorizzare le intercettazioni, passa tra mille proteste dell’opposizione nonostante una sensibile marcia indietro da parte del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che a inizio seduta annuncia la possibilità di tornare al testo originariamente licenziato dalla Camera dei deputati.

Soddisfatto il presidente della commissione Filippo Berselli: “Avevo detto che entro oggi lo avremmo approvato e così è stato. Ora andremo in aula per l’esame”. Berselli ha quindi detto che ci saranno dei punti del testo da “rimeditare”. “Sicuramente in aula – ha detto ancora – presenteremo degli emendamenti migliorativi. Personalmente presenterò quello che riduce la forbice tra sanzione minima e massima per gli editori. Rivedremo anche le norme che riguardano le sanzioni per i giornalisti. Andrà recuperata anche la parte che riguarda le registrazioni fraudolente”.  “Sono soddisfatto poi – conclude – perché la commissione si è finalmente liberata di questo peso e potrà occuparsi del ddl anticorruzione”.

Decisamente contrariati, invece, il capogruppo del Pd in commissione, Silvia Della Monica e il responsabile giustizia dell’Idv, Luigi Li Gotti. Quest’ultimo, tra l’altro, sottolinea tra le incongruità del testo quella secondo la quale non si prevederebbero le sanzioni per gli editori nel caso in cui il giornalista debba rispondere del reato di pubblicazioni delle intercettazioni estranee alle indagini o di cui era stata vietata la pubblicazione. Reato per il quale, invece, il cronista rischia da uno a tre anni di reclusione. “Non so davvero di cosa debba essere soddisfatto Berselli – commenta Silvia Della Monica – visto che così si impedirà di indagare di fatto anche sulla corruzione che è il prossimo provvedimento all’esame della commissione. Non c’é proprio niente di cui essere contenti…”.

Il Guardasigilli prende anche, per alcuni versi, le distanze da ciò che è stato approvato fino a quel momento in commissione Giustizia. “Vorrei ricordare – ha spiegato Alfano – che il governo ha presentato solo un emendamento per trasformare gli ‘evidenti indizi di colpevolezza’ in ‘gravi indizi di reato’. Il resto è stata un’iniziativa di singoli parlamentari”.

La presa di distanza, però, è piaciuta  poco agli esponenti della maggioranza che si sono esposti in prima persona per inasprire ulteriormente il testo. Il relatore, Roberto Centaro, infatti, non è uscito per tutta la sera dall’aula della commissione e ha rifiutato di parlare con i giornalisti. L’opposizione ha proseguito per tutta la seduta con il suo ostruzionismo e c’é stata anche un’iniziativa piuttosto singolare da parte del senatore del Pd, Stefano Ceccanti, che ha raccontato minuto per minuto la seduta della commissione su facebook.

Sono stati approvati solo due emendamenti dell’opposizione: uno di Luigi Li Gotti (Idv) e un altro di Felice Casson (Pd). Il primo per prevedere l’intercettabilità anche del reato di stalking, il secondo per stabilire un’azione disciplinare per il pm che non opera da subito una selezione tra gli atti processuali da considerare estranei alle indagini o relativi a fatti personali di terze persone e quelli, invece, inerenti al processo. La prossima fase, a questo punto, prevede la collocazione in calendario del testo per la sua discussione in Aula.