Intercettazioni, anche l’Osce contro la legge: “L’Italia rinunci o rispetti la libertà di espressione”

Pubblicato il 15 Giugno 2010 - 17:43 OLTRE 6 MESI FA

Dunja Mijatovic

L’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), con sede a Vienna, ha chiesto oggi all’Italia di rinunciare al disegno di legge sulle intercettazioni o di modificarlo in sintonia con gli standard internazionali sulla libertà di espressione.

“Sono preoccupata che il Senato abbia approvato una legge che potrebbe seriamente ostacolare il giornalismo investigativo in Italia”, ha detto in un comunicato oggi Dunja Mijatovic, responsabile dell’Osce per la libertà dei media.

“I giornalisti devono essere liberi di riferire su tutti i casi di pubblico interesse e devono poter scegliere come condurre una indagine responsabile”, ha aggiunto Mijatovic.

La legge, dopo la tumultuosa approvazione al Senato è attualmente in Commissione Giustizia alla Camera dei deputati. Berlusconi pressa per un’approvazione in tempi rapidi mentre il presidente della Camera Gianfranco Fini frena e ribadisce la priorità della manovra. Mentre le opposizioni ribadiscono il loro fermo no al provvedimento, quindi, anche nel governo c’è tensione tra la maggioranza del Pdl e la minoranza “finiana”. A dare voce alle perplessità del presidente della Camera sul testo è stato, tra gli altri, Carmelo Briguglio: “Meglio mantenere il cantiere aperto perché il Pdl ora è a un bivio: trovare alla Camera le soluzioni ai problemi innegabili che il ddl ancora presenta, prevenendo le obiezioni che potrebbero essere manifestate dal Capo dello Stato al momento della firma. Oppure, come sentiamo dire dai grandi strateghi della soluzione finale, prepararsi a uno scontro istituzionale col Quirinale”.

Posizione critica anche da Italo Bocchino secondo cui è probabile che qualche falco berlusconiano voglia “lo scontro istituzionale” e accarezzi  “l’idea di farsi respingere la legge dal Capo dello Stato per riapprovarla nello stesso testo e avviare uno scontro costituzionale”. A Bocchino ha replicato risentito Sandro Bondi, definendo le argomentazioni del finiano “risibili e inappropriate sia quando chiamano in causa il Pdl che ancor più le libere e insindacabili decisioni del Capo dello Stato”.