Intercettazioni, il Terzo Polo dice no: Berlusconi teme la fiducia

Pubblicato il 10 Ottobre 2011 - 09:30 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Pdl in fibrillazione per paura dei “frondisti”, rottura ormai consumata con il Terzo Polo e con l’opposizione tutta. Se Berlusconi pensa di mettere la fiducia sul disegno di legge sulle intercettazioni rischia grosso, insomma. I segnali ci sono tutti soprattutto dopo la mossa della finiana Giulia Bongiorno (dimessasi la scorsa settimana da relatrice del provvedimento) e dopo che l’ emendamento per la pubblicazione delle intercettazioni ha fatto venir meno l’appoggio dei centristi.

Ed è proprio sul recupero dei parlamentari dell’ Udc che intende lavorare il nuovo relatore Enrico Costa che al Corriere della Sera dice di confidare ”nella capacità di mediazione di Casini” perché, a suo avviso, ”nel Terzo Polo convivono diverse aspirazioni”. Una speranza di ricucitura che sembra sfumare dopo gli affondi di Gianfranco Fini e di Giulia Bongiorno sul ddl considerato ”ad personam”. Se da Palermo il presidente della Camera aveva detto che il ddl intercettazioni ”non è per l’interesse nazionale ma è per l’ interesse personale di qualcuno”, al programma ‘In mezz’ora’ di Lucia Annunziata la presidente della commissione Giustizia della Camera ha rincarato la dose. ”Non c’è una sola legge – ha detto – fatta per la giustizia. Sia il processo lungo, la prescrizione breve che le intercettazioni sono cose che interessano solo Berlusconi”.

E ha accusato il premier di aver ”stravolto” il testo del ddl su cui lei aveva lavorato trovando ”dopo anni un accordo, un punto di compromesso” tra maggioranza e centristi. L’ esponente del Fli si è anche levata la soddisfazione di dire che negli incontri che in passato ha avuto con il Cavaliere aveva sempre battagliato sulla confluenza tra An e Fi e lui chiedeva sempre: ”Questa levatemela di torno”. Peraltro, Bongiorno non vede una possibile intesa mercoledì della maggioranza con l’Udc escludendo il Fli. ”C’è stata in commissione Giustizia un’assoluta coerenza di comportamento da parte dell’ Udc e tra noi e loro c’è piena sintonia” ha assicurato Bongiorno che vede una maggioranza ”in difficoltà che deve stare attenta ai suoi numeri”.

Intanto il Pdl sta studiando le modifiche al ddl in vista della ripresa dei lavori e cercherà di smussare un punto di frizione che investe lo stesso partito. Si tratta della norma che spedisce in carcere i giornalisti che pubblicano le intercettazioni. ”Questa storia dei giornalisti dietro le sbarre non sta né in cielo né in terra” ha detto Gaetano Pecorella che annuncia di non votare una simile norma liberticida. Una posizione che sembra accomunare diversi garantisti del Pdl oltre ai frondisti. Quest’ultimi, poi, sono corteggiati proprio dall’ Udc che con Enzo Carra invita Pisanu e Scajola a ”distinguersi dal berlusconismo becero e a votare contro la legge bavaglio” perché “nessun Dc l’avrebbe votata”.