Italia 150, seduta solenne alla Camera. Cinque leghisti composti e muti, la lezione di Napolitano

Pubblicato il 17 Marzo 2011 - 16:36 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Si è conclusa a Montecitorio la seduta solenne a Camere unificate del Parlamento italiano per celebrare il centocinquantesimo anniversario dell’unità nazionale.

Dopo l’esecuzione dell’Inno di Mameli, ad aprire la cerimonia è stato il “padrone di casa”, ovvero il presidente della Camera Gianfranco Fini che nel suo breve discorso ha invitato a “far prevalere le ragioni del nostro essere italiani e del nostro stare insieme sullo strisciante egoismo, geografico o sociale”.

Quindi è stata la volta del presidente del Senato Renato Schifani che ha elogiato il presidente della Repubblica definendolo l’uomo in cui il “Paese si riconosce”.

Poi lo straordinario discorso di Giorgio Napolitano.  Un discorso ampio che tocca tutti i temi centrali nella celebrazione e non solo. Dalla Costituzione alle autonomie, passando per il federalismo e il rapporto con la Chiesa. Napolitano, poi, trova il tempo di ricordare anche i soldati all’estero e l’emergenza lavoro.

Il presidente è più volte interrotto dagli applausi: fa eccezione solo la sparuta pattuglia leghista. Si presentano alla Camera in cinque, il leader Umberto Bossi, i ministri Roberto Maroni e Roberto Calderoli e il sottosegretario Sonia Viale. L’unico ”deputato semplice” della Lega in Aula è Sebastiano Fogliato.  Durante l’Inno si alzano ma non cantano, sarebbe “chiedere troppo”. Quando parla Napolitano ascoltano senza applaudire. Con due eccezioni: Bossi, ad un certo punto, batte col pugno tre volte sul banco. Più tardi, quando si parla del federalismo, qualche applauso arriva anche dai cinque leghisti. Un riflesso involontario, risposta automatica a uno stimolo.

La diretta dell’evento:

17:27 Fini ringrazia in modo solenne il presidente Napolitano e chiude la cerimonia.

17:26. Piccolo fuori programma. Una strofa dell’inno di Mameli cantata a cappella da alcuni deputati.

17:25 “Viva la Repubblica, viva l’Italia unita. Si è conclusa con queste parole, seguite da un lunghissimo applauso, il discorso di Napolitano.

17:22 “Emergenza lavoro”. ”La questione sociale deve essere vista innanzitutto come drammatica carenza di prospettive di occupazione per una parte rilevante dei giovani”. Lo sottolinea Giorgio Napolitano nel suo intervento alla Camera.

17:21 Napolitano ricorda i militari italiani all’estero. Un lungo ed unanime applauso si e’ levato nell’aula di Montecitorio quando il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha citato i militari italiani all’estero nel suo discorso per la cerimonia del centocinquantesimo anniversario dell’Unita’ d’Italia. Tutti i presenti, indistintamente, hanno lungamente applaudito.

17:20 “Ringraziamento a Benedetto XVI” Napolitano ha ringraziato Benedetto XVI per il suo messaggio scritto e ha definito il rapporto con la Chiesa un punto di forza dell’Italia.

17:20 “Serve un forte cemento nazionale”. ‘Reggeremo alle prove che ci attendono, come abbiamo fatto in momenti cruciali del passato, perche’ disponiamo anche oggi di grandi riserve di risorse morali e umane. Ma ci riusciremo ad una condizione: che operi nuovamente un forte cemento nazionale unitario, non eroso e dissolto da cieche partigianerie, da perdite diffuse del senso del limite e della responsabilita”’. Lo afferma il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo intervento a Montecitorio durante la celebrazione dei 150 anni dell’Unita’ d’Italia. ”Non so – aggiunge Napolitano – quando e come cio’ accadra’, confido che accada. Convinciamoci tutti, nel profondo, che questa e’ ormai la condizione della salvezza comune, del progresso comune”.

17:18 “Autonomie, innovazione profonda”. Nella Costituzione, come venne indicato nella relazione Ruini ”’l’innovazione piu’ profonda” consisteva nel poggiare l’ordinamento dello Stato su basi di autonomia, secondo il principio fondamentale dell’articolo 5 che lego’ l’unita’ e l’indivisibilita’ della Repubblica al riconoscimento e alla promozione delle autonomie locali, riferite, nella seconda parte della Carta, a Regioni, Province e Comuni”. E’ quanto afferma il Capo dello Stato Giorgio Napolitano nel suo discorso alle Camere riunite per i 150 anni dell’Unita’ d’Italia.

17:14 “La Costituzione, base del vivere Comune”. ”Non ha nulla di riduttivo legare patriottismo e Costituzione. Una Carta che rappresenta tuttora la valida base del nostro vivere comune, offrendo, insieme con un ordinamento riformabile attraverso sforzi condivisi, un corpo di principi e valori in cui tutti possono riconoscersi”. Cosi’ il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel suo intervento a Montecitorio per 150 anni dell’unita’ d’Italia, afferma l’attualita’ della Costituzione.

17:13 “Il sud? Serve riflessione severa”. Quello del divario tra il Nord e il Sud del paese si deve considerare uno dei problemi ”di ordine strutturale, sociale e civile che abbiamo ereditato tra le incompiutezze dell’unificazione perpetuatesi fino ai nostri giorni” e per il quale queste celebrazioni possono essere ”occasione per una profonda riflessione critica per un esame di coscienza collettivo”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervenendo nell’Aula di Montecitorio. Il capo dello Stato ha sottolineato che si tratta di un problema che si trova ”al centro delle nostre preoccupazioni” e al quale ”nessuna parte del nostro paese puo’ sottrarsi. E’ essenziale – ha concluso – il contributo di una severa riflessione sui propri comportamenti da parte delle classi dirigenti e dei cittadini dello stesso mezzogiorno”.

17:11 Napolitano sul federalismo. Oggi dell’unificazione celebriamo l’anniversario vedendo l’attenzione pubblica rivolta a verificare le condizioni alle quali un’evoluzione in senso federalistico – e non solo nel campo finanziario – potra’ garantire maggiore autonomia e responsabilita’ alle istituzioni regionali e locali, rinnovando e rafforzando le basi dell’unita’ nazionale. E’ tale rafforzamento, non il suo contrario, l’autentico fine da perseguire”. E’ quanto afferma il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, nel suo discorso alle Camere riunite per i 150 anni dell’unita’ d’Italia.

17:09. Napolitano parla di Federalismo. Qualche timido applauso anche dalla piccola pattuglia leghista. Riflesso pavloviano.

17:07 Napolitano:”Servono orgoglio e fiducia”. Il presidente della Repubblica nel suo intervento alla cerimonia di commemorazione alla Camera dei 150 anni dell’Unita’ nazionale parla della ”memoria e della riflessione” come elementi ”preziosi” per suscitare innanzitutto ”orgoglio e fiducia”. Preziosi per ”suscitare le risposte collettive di cui c’e’ piu’ bisogno”, dalla coscienza critica dei problemi irrisolti alle nuove sfide da affrontare.

16:55  I leghisti non applaudono il presidente. I ministri della Lega, Umberto Bossi e Roberto Maroni e Sonia Viale non applaudono nell’Aula di Montecitorio quando il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parla di ”Patria una”. Mentre gli altri ministri, e soprattutto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si spellano le mani ad applaudire, gli esponenti del Carroccio restano impassibili. Solo Bossi, ha un certo punto, mentre ci sono ancora i battimani, batte con il pugno per tre volte sul banco.

16:43 Tocca a Giorgio Napolitano. Intervento applauditissimo dalle Camere. Giorgio Napolitano ha aperto il suo discorso a Montecitorio con un ringraziamento corale ”ai tanti che hanno raccolto l’appello a festeggiare e celebrare i 150 anni dell’Italia unita, esprimendo soddisfazione perche’ cio’ esprime che e’ stato condiviso lo spirito della ricorrenza”.

16:39 Parla quindi il presidente del Senato Renato Schifani.  “A 150 anni dall’Unita’ d’Italia, il Paese si riconosce nelle parole e nell’esempio del primo cittadino, garante dei valori e dei rapporti costituzionali, rappresentante della Nazione, dei suoi principi, delle sue prospettive di crescita e sviluppo”. Con questo omaggio a Giorgio Napolitano e’ cominciato il discordo del presidente del Senato, Renato Schifani, alla commemorazione solenne del centocinquantesimo anniversario dell’Unita’ d’Italia. ”Signor presidente – aggiunge Schifani – l’intera Nazione e i suoi cittadini hanno oggi un’unica voce nel suo messaggio al Parlamento, alle istituzione repubblicane, al popolo italiano”.

16:38 Fini: ”Oggi bisogna far prevalere le ragioni del nostro essere italiani e del nostro stare insieme sullo strisciante egoismo, geografico o sociale”. Con queste parole il presidente della Camera Gianfranco Fini conclude il suo discorso alla cerimonia per i 150 anni dell’Unita’ d’Italia.

16:32 Il primo a prendere la parola è il presidente della Camera Gianfranco Fini. “Festeggiare è un dovere civile”. “La Patria – ha aggiunto – deve essere dei giovani e della cultura”.

16:31 Lega ai minimi termini: sono solo cinque i leghisti a partecipare, nell’Aula di Montecitorio, alla solenne cerimonia per i 150 anni dell’unita’ d’Italia alla presenza del Capo dello Stato. Nell’Emiciclo la Lega è  rappresentata dal suo leader Umberto Bossi, dai ministri Roberto Maroni e Roberto Calderoli e dal sottosegretario Sonia Viale. L’unico ”deputato semplice” della Lega in Aula è Sebastiano Fogliato, componente della Commissione Agricoltura di Montecitorio.

16:30 Anche i cardinali cantano l’Inno. Anche il segretario di Stato vaticano, cardinal Tarcisio Bertone, e il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco, hanno cantato l’Inno di Mameli eseguito all’inizio della solenne cerimonia per i 150 anni di Unita’ nazionale. Il capo della diplomazia vaticana ed il presidente dei vescovi italiani seguono la cerimonia dalle tribune del pubblico; accanto a loro siede il nunzio apostolico per l’Italia, l’arcivescovo Bertello. Tutti i presenti hanno cantato a squarciagola l’Inno di Mameli: le voci dei presenti hanno in qualche modo sovrastato le note della Banda militare interforze che suonava dalla tribuna centrale, quella usualmente riservata alla stampa.

16:30 Si è aperta, con l’esecuzione dell’Inno di Mameli, la seduta solenne a camere riunite per celebrare il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia.