‘Nave senza nocchiero’, ecco l’Italia-bordello vista dal Foreign Policy

Pubblicato il 16 Settembre 2010 - 11:38 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

L’Italia vista dal Foreign Policy? “Un bordello”, una  “nave senza nocchiero”. Cita Dante James Waltson che su Foreign Policy traccia un ritratto poco lusinghiero della situazione politica del nostro Paese. La crisi politica, quella economica, gli scandali sessuali del premier: Waltson dice di non essere il solo commentatore ad aver accostato le parole del Purgatorio alla situazione italiana.

Il cronista ripercorre la crisi di luglio che ha portato alla rottura di Fini con Berlusconi e l’ultima retromarcia del premier che fino a pochi giorni fa spingeva sul voto anticipato. Salvo ripensarci dopo aver visto che le urne, secondo i sondaggi, avrebbero premiato solo Umberto Bossi e la Lega.

Non va meglio in campo internazionale, dove Berlusconi ha sempre vantato le sue relazioni con i capi di Stato esteri, basate sulla simpatia personale. Non passa inosservato l’ultimo scivolone durante l’ultimo viaggio ufficiale in Russia, quando davanti alla stampa di tutto il mondo il premier italiano manda in scena “l’ennesima lamentela” sui giudici comunisti che lo perseguitano in patria. E poi ricorda la visita di Gheddafi, l’incidente della motovedetta libica, i sondaggi in calo fino a sotto la soglia del 30%, record negativo del Pdl.

Lo scenario economico non è da meno: il Foreign Policy ricorda che il declino dell’Italia è inziato 20 anni fa, quando si è dimostrata incapace di reggere alle sfide della globalizzazione e alla competizione con i nuovi giganti: Cina in primis.

L’ultima riflessione è su quella che Paolo Guzzanti definì “mignottocrazia”, dopo l’uscita dell’onorevole Napoli su deputate che per ottenere un seggio sarebbero passate dal letto di qualche potente.

A fronte di tutto ciò lo sconcerto del Foreign Policy è che “il problema non è tanto se qualche deputata si sia prostituita o meno, ma che gli uomini e le donne, i giornalisti e i professionisti del Paese hanno rinunciato alle loro menti prima ancora che ai loro corpi”.