Italia e pari opportunità, Carfagna: “Il prossimo anno vedremo i risultati”

Pubblicato il 12 Ottobre 2010 - 20:38 OLTRE 6 MESI FA

Mara Carfagna

L’Italia peggiora il già brutto voto internazionale in materia di pari opportunità tra uomini e donne, ma proprio per questo il Governo ha investito risorse ad hoc, i cui risultati ”sortiranno i loro effetti” al più presto. E’ quanto ha detto all’Ansa il ministro delle Pari Opportunità, Mara Carfagna, commentando l’ultima classifica del World Economic Forum (Wef) sul Global Gender Gap: il nostro Paese scende infatti dal 72/o al 74/o posto della classifica che misura il divario di opportunità tra uomini e donne in 134 Paesi.

”Ci sono miglioramenti – ha spiegato il ministro Carfagna – sulle percentuali che riguardano la partecipazione alla politica e la leadership delle donne, un miglioramento dei giudizi. Purtroppo l’Italia è penalizzata in questo genere di classifiche dal basso tasso di occupazione femminile, sul quale il nostro Paese sconta un ritardo storico rispetto ai principali Paesi europei”.

Per questa ragione, ha aggiunto il ministro per ”compensare questo squilibrio, il governo, e il ministero per le Pari Opportunità in particolare, ha investito molte risorse, seppur in un momento di crisi economica, in misure volte a favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro delle donne lavoratrici, utilizzando 40 milioni di euro del Fondo Pari Opportunità per realizzare e diffondere baby sitter di condominio, dette ‘tagesmutter’, micro-asili, telelavoro, part time più flessibile e vaucher per le famiglie a basso reddito”.

”Queste misure – ha concluso Mara Carfagna – stanno vedendo la luce in questi mesi, certamente sortiranno i loro effetti nel rapporto dell’anno prossimo”. “L’Italia continua a risultare uno dei Paesi dell’Ue con il punteggio più basso ed è peggiorata ulteriormente rispetto all’anno scorso”, osserva il Wef nel rapporto reso noto oggi. Nella classifica 2010 guidata da Islanda, Norvegia, Finlandia e Svezia, l’Italia (che nel 2007 era risultata persino 84/a nella classifica globale) è superata anche da numerosi paesi in via di sviluppo come il Mozambico (22/o) o il Botswana (62), mentre tra i paesi ad alto reddito, solo una manciata registra risultati più bassi dell’Italia.

Tra questi Malta (83), Giappone (94) e Arabia Saudita (129). Ancora una volta, i Paesi nordici dominano la classifica. Islanda, Norvegia, Finlandia e Svezia, precedono Nuova Zelanda (5), Irlanda (6), Danimarca (7), Lesotho (8), Filippine (9) e Svizzera (10).