ROMA – L’Europa è pronta a darci una mano: si parla di un piano di salvataggio dell’Italia da parte dell’Ue. Le promesse di Silvio Berlusconi per il risanamento del debito rispettano le condizioni imposte da Francoforte. Nel quadro di una crisi internazionale, che ha portato anche al declassamento del rating statunitense, l’Europa si prepara a venirci in contro. Ma l’aiuto si tradurrà in misure che porteranno al blocco delle spese e al presumibile aumento delle tasse. Lo afferma la rete televisiva america Cnbc secondo cui la Banca Centrale europea già si sta mettendo in moto per acquistare i bond italiani.
Non iniziamo a gioire e festeggiare, il piano di salvataggio europeo non è un toccasana che ci mette al riparo da tutti i guai. Non è simbolo di liberazione, anzi. Il processo che ci ha portati a questo punto è chiaro: di fronte a un debito galoppante l’Europa ha imposto un diktat al governo italiano ‘vi aiutiamo se fate come diciamo noi, se vi allineate ai nuovi parametri europei‘.
Prima condizione: inserire il ripianamento del debito in Costituzione. Altri Stati, come Germania e Francia, lo hanno già fatto un anno fa. Ora tocca all’Italia. Silvio Berlusconi ha eseguito e venerdì 5 agosto in conferenza stampa ha promesso di inserire la norma in Costituzione, di appianare il debito entro il 2013 e ha decretato una riapertura anticipata del Parlamento per occuparsi della questione. Subito, quindi, l’Europa si starebbe muovendo per mantenere le promesse.
Ma il piano di salvataggio porterà con sè, per forza di cose, misure lacrime e sangue: prima di tutto il blocco delle spese e poi probabilmente anche nuove tasse. Se ce la faremo saremo salvi ma anche con le mani legate: non potremo più spendere, non almeno senza l’assenso di Francoforte.
Per ora, infatti, l’Europa dà credito al governo italiano e alle promesse di Silvio Berlusconi. Ma come quando si va a fare un mutuo, le promesse devono essere rispettate e l’ente “creditore” ci tiene sotto controllo. Stessa cosa farà l’Europa, ora attentissima al rispetto delle sue condizioni.
Certo, c’è da dire che Silvio Berlusconi in questa crisi non è solo. La crisi abbraccia tutto il mondo e il suo picco è arrivato in un momento difficile come l’estate, con i Capi di Stato tutti in vacanza. Ma c’è di certo che il nuovo piano di salvataggio europeo sarà un’arma a doppio taglio per il premier. Se da una parte l’Italia riuscirà a rispettare i parametri europei potrà salvarsi da una fine simile a quella della Grecia. Sul piano politico, però, Silvio Berlusconi si è legato le mani da solo. O meglio, è stato costretto a farlo. Quest’ultima vicenda è la blindatura di Giulio Tremonti sul premier, in qualche modo la sua vittoria: Berlusconi in questo modo non avrà più licenza di spendere a suo piacimento, cruccio annale che ha diviso i due contendenti.
Poi certo, c’è da pensare che l’unico obiettivo di Silvio Berlusconi in questo momento è vincere di nuovo le prossime elezioni. In questo quadro, quella promessa di ripianare il debito entro il 2013 sembra quasi un tentativo per rimandare le misure più dure, l’innalzamento più vertiginoso delle tasse, a una data x dopo le elezioni, garantendosi quei voti che sicuro perderebbe alzando le tasse a ridosso della campagna elettorale. Sarebbe l’ultimo colpo di coda per un Berlusconi che inizia a vedere, anche per limiti d’età, la fine della sua carriera politica.