Italia che resiste… funzionari della Camera: “Trattate tagli o vi blocchiamo”

Pubblicato il 2 Agosto 2012 - 10:21 OLTRE 6 MESI FA
(Foto LaPresse)

ROMA – Una piccola Italia che resiste, quella dei funzionari della Camera dei deputati. Resiste ai tagli e ai patti con la realtà, quella che tra debito pubblico e pressione dei mercati impone la cura dimagrante, l’austerity. E la spending review. Resiste l’Italia dei funzionari della Camera dei deputati e resistono, o meglio ci provano anche i deputati. Basta la pubblicazione di una cifra per mettere tutti sul chi vive: a Montecitorio nei prossimi tre anni bisogna risparmiare 150 milioni.

La reazione è immediata, quasi un tic. “Azzardatevi a tagliare e andiamo dai giudici, fermiamo tutto”. Reazione appena filtrata da un comunicato che la “veste” in modo che suoni meno comprensibile. All’associazione dei Consiglieri della Camera basta una lettera di 11 righe, interamente riportata da Repubblica:

Un’eventuale delibera con efficacia dispositiva che incida sullo stato giuridico e il trattamento economico del personale della Camera assunta al di fuori delle procedure di contrattazione con le organizzazioni sindacali costituirebbe una grave violazione. I consiglieri si riservano, fin da ora, di adire le vie della tutela giurisdizionale. 

Tradotto: fermate tutto, non tagliate nulla senza accordo dai sindacati oppure andiamo in tribunale. E addio risparmio. A far scattare il moto di resistenza dei Consiglieri sono in particolare due provvedimenti: la cancellazione di uno scatto di anzianità e il blocco dell’adeguamento all’indice Istat.

La “linea” ai deputati la detta il questore della Camera Francesco Colucci che spiega come tutti stiano facendo sacrifici e come questo vada esteso anche a Montecitorio. Non subito, però. Perché come scrive Repubblica: “Per il momento si prorogano le vecchie disposizioni (e privilegi) ma bisognerà in qualche modo recuperare quelle risorse”.

Il piano dei tagli a Camera e Senato.  La Camera, in ogni caso, un piano di risanamento ce l’ha e dovrebbe fruttare risparmi per 50 milioni l’anno: 17 da riduzioni di indennità, diaria e contributo portaborse. Poi tagli al ristorante diventato self service, 3,5 milioni in meno ai gruppi, ecc… Situazione analoga anche al Senato dove il piano è di un risparmio di 110 milioni in tre anni. Abbastanza? No. Almeno stando alla denucia di Alberto Filippi di Coesione Nazionale che ricorda i 428mila euro l’anno per la tappezzeria, i 3.4 milioni per la pulizia, i 500mila per la manutenzione degli ascensori (neanche ci trovassimo in un grattacielo di New York).