Intercettazioni: nel 2010 intercettati 100 mila italiani, ma farlo costa sempre meno

Pubblicato il 7 Marzo 2011 - 11:58 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Mentre il governo si appresta a varare la riforma delle intercettazioni, il ministero della Giustizia tira le somme dell’attività investigativa e ne ricava che nel 2010 sono aumentati gli utenti intercettati dalle procure ma che per farlo si è speso di meno. A giugno del 2010, secondo i dati di Viale Arenula, sono stati intercettati 100 mila italiani, 10 mila in più rispetto al 2009. Ma per farlo si sono spesi circa 130 milioni di euro, 30 in meno rispetto al 2009. Come è possibile? A far scendere i costi c’è l’azzeramento degli oneri dovuti alle compagnie per i tabulati telefonici.

Come ricorda ‘Il Sole 24 Ore’, che riporta i dati del ministero, dal 1° gennaio 2010, infatti, i gestori devono fornire il dettaglio dei numeri in uscita e in entrata delle utenze sotto controllo senza pretendere nulla. Altro elemento da considerare è la tendenza a scendere dei costi per le tecnologie. Tutto ciò influenza poi i prezzi medi delle singole operazioni, che continuano a calare. Naturalmente restano forti differenze sul territorio, perché a incidere sono le tariffe applicate dalle aziende private che forniscono impianti alle procure.

Nei dati forniti, il ministero della Giustizia indica anche una sorta di classifica delle Procure che fanno maggiormente utilizzo delle intercettazioni. Al primo posto c’è Napoli  con le sue circa 12mila utenze intercettate in sei mesi, ma è quinta quanto a denaro consumato. I più “spendaccioni” stanno a Palermo con quasi 22 milioni di euro (comunque un terzo in meno rispetto al periodo precedente), mentre il distretto di Milano è secondo come volume di “ascolti” e terzo come spesa. Firenze e Roma, tra i grandi uffici, fanno registrare gli aumenti più consistenti sia di utenze controllate sia di costi.