Strafalcioni. Il “n’è” dell’onorevole Michaela Biancofiore

Pubblicato il 24 Novembre 2011 - 13:10 OLTRE 6 MESI FA

Michaela Biancofiore (Lapresse)

ROMA – L’italiano dell’onorevole Michaela Biancofiore è la lingua delle lettere e dei documenti, quello in cui accenti e apostrofi vengono per svista o per volontà messi a caso.

E’ così allora che la deputata del Pdl scrive:  “Senza sentire n’è i dirigenti del Pdl n’è verificare la sensibilità dei nostri elettori…”.

E ancora per la Biancofiore “po’” si scrive con l’accento: dimenticato l’apostrofo qui,  la signora aggiunge un accento dove non c’è e scrive “stà”, come fa notare Gianantonio Stella sul Corriere della Sera.

“Se per l’onorevole l’italiano è un optional…Ma chi l’ha promossa in terza elementare? Pensa di avere, come deputata, l’immunità ortografica?”, attacca Stella.

Sentitasi tirata in ballo senza giusta causa, l’onorevole ha preso carta e penna, o forse pc con correttore automatico e ha voluto spiegare: “Ho scritto un po’ con l’accento sulla o, è vero, non come lo vedete ora, perché chiunque usi un computer sa che si trovano le lettere già accentate e che per mettere l’accento di lato devi fare tre mosse con la mano molto poco pratiche quando si scrive in velocità. E così è valso per altri casi. (…) Il resto sono refusi di stampa dovuti ai programmi dei computer che tutti coloro che li usano regolarmente sanno che correggono automaticamente gli scritti facendoti incappare in facili errori”.

Poi continua: “Per dovere di precisazione, in aggiunta, rendo noto che mi sono diplomata nel 1989 con 60/60 di allora (oggi 100/100) all’Istituto magistrale statale, sottolineo statale, Gregorio Elladio di Spoleto, città nella quale vivevo in collegio in quanto orfana di dipendente statale e ho avuto l’ardire di fare il compito di italiano e di prendere pure nove! E la commissione, per buona pace di Stella, a quei tempi era esterna”.