Italicum, resa dei conti Pd. Renzi avanti, Speranza si dimette, minoranza non vota

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Aprile 2015 - 18:39| Aggiornato il 16 Aprile 2015 OLTRE 6 MESI FA
Italicum, opposizione: "Mettere la fiducia è golpe". Resa dei conti nel Pd

Italicum, opposizione: “Mettere la fiducia è golpe”. Resa dei conti nel Pd

ROMA –. Resa dei conti doveva essere e resa dei conti è stata. Il Pd si spacca ancora sulla legge elettorale e esce dalla direzione, mercoledì sera, senza una sintesi. Matteo Renzi tiene il punto e il capogruppo Roberto Speranza, come fatto capire in giornata, si dimette per “profondo dissenso”. La minoranza sceglie la linea dello scontro totale e decide di non partecipare al voto. Alcuni escono, altri fanno capire che si rischia concretamente il no anche in Aula, anche perché dopo le dimissioni di Speranza Renzi propone e ottiene di andare avanti comunque con l’assemblea. Scelta, questa, che fa sbottare Pier Luigi Bersani che parla di un “partito che ha un problema”. Gli fa eco Guglielmo Epifani che parla di un partito dove si dialoga ma non c’è democrazia. Alla fine è lo stesso Renzi a chiudere i lavori tirando le somme con una delle immagini calcistiche che tanto gli piacciono: “Siamo divisi, ma non riduciamo tutto questo a un derby”. 

Renzi, però, non cambia linea. Prende il microfono poco dopo le 20 e spiega al suo partito quello che il suo partito già sa: ovvero che la legge elettorale va votata così com’è altrimenti non c’è più governo.

“Sono qui per chiedere che l’assemblea del gruppo confermi la linea che la direzione ha dato – le parole di Renzi – chiudere la discussione sulla legge elettorale in modo definitivo”.

Secondo Renzi l’Italicum non è una legge elettorale perfetta semplicemente perché “la legge elettorale perfetta non esiste in natura, ma esistono leggi elettorali funzionanti. Chi voterà la proposta della segreteria – ha proseguito – parte dalla consapevolezza che non esiste la legge perfetta. Chi deciderà di votare contro dovrebbe comunque riconoscere un lavoro di mediazione e di cambiamento lungo 14 mesi”. E comunque per Renzi il tempo delle discussioni è finito e dall’Italicum, nel bene e nel male , dipendono le sorti del governo.

Speranza, dopo l’intervento di Renzi, ha annunciato le proprie dimissioni all’Assemblea del deputati Pd. Sulla riforma elettorale “c’è un profondo dissenso”, ha spiegato.Prima dell’assemblea Renzi e Speranza si sono sentiti al telefono per un’ultima mediazione. Che evidentemente non ha funzionato, visto che i riformisti hanno già fatto capire che non parteciperanno al voto della direzione sull’Italicum.  

Speranza spiega dimettendosi che sarebbe bastato “un piccolo passo per ridurre il numero dei nominati”. Non dice però che quel singolo piccolo passo avrebbe obbligato a un nuovo passaggio parlamentare l’Italicum. Con allungamento dei tempi e rischi che ne derivano.

Le parole di Speranza. “Saró leale al mio gruppo e al mio partito ma voglio essere altrettanto leale alle mie convinzioni profonde”, ha detto Speranza.  “Non cambiare la legge elettorale – ha proseguito – è un errore molto grave che renderà molto più debole la sfida riformista che il pd ha lanciato al Paese”. “C’è una contraddizione evidente – ha aggiunto – tra le mie idee e la funzione che svolgo e che sarei chiamato a svolgere nelle prossime ore. Per queste ragioni rimetto il mio mandato di presidente del gruppo a questa assemblea che mi ha eletto due anni fa”.

Intanto, le opposizioni scrivono a Sergio Mattarella: la fiducia sulla legge elettorale, secondo loro, equivarrebbe a un golpe e a un gravissimo strappo costituzionaleSel, Forza Italia e Lega hanno inviato tre lettere diverse al presidente della Repubblica.

“A nome del gruppo di Sel ho inviato oggi al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella una lettera per chiedergli di scongiurare la minaccia di fiducia sulla legge elettorale ventilata da autorevoli esponenti di governo e del Pd”, afferma il capogruppo Sel alla Camera Arturo Scotto, che sottolinea: “sarebbe un atto gravissimo, che ha precedenti solo nella legge truffa del 1953. Un indebolimento della funzione del Parlamento ridotto a passacarte, un vero e proprio golpe istituzionale”.

Il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta, a nome del gruppo azzurro di Montecitorio, ha inviato una lettera nella quale viene fatto un appello al presidente della Repubblica “perché non si compia un simile attentato alla vita democratica della Repubblica”.

Il capogruppo leghista alla Camera Massimiliano Fedriga – si legge in una nota del Carroccio – ha inviato al presidente Mattarella una lettera per sottoporre al capo di stato le  “preoccupazioni” dell’intero gruppo leghista nel caso dovessero essere confermate le dichiarazioni di esponenti del governo in relazione a una possibile questione di fiducia sull’Italicum.