Iva, tasse più alte sui libri. Ma Enrico Letta non voleva privilegiare cultura?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Luglio 2013 - 09:06 OLTRE 6 MESI FA
Iva, tasse più alte sui libri. Ma Enrico Letta non voleva privilegiare cultura?

Iva, tasse più alte sui libri. Ma Enrico Letta non voleva privilegiare cultura? (Foto Lapresse)

ROMA – Il governo ha di fatto aumentato le tasse sui libri, disponendo l’aumento indiscriminato dell’Iva dal 4% al 21% sugli allegati alle opere editoriali. E’ lo stesso governo capitanato dal premier Enrico Letta, che a inizio mandato giurò che si sarebbe dimesso piuttosto che tagliare ancora i fondi a cultura e università. A sollevare la questione è il Corriere della Sera che riporta una lettera polemica del presidente dell’Associazione Italiana Editori, Marco Polillo, indirizzata a Enrico Letta,

Il guaio è che per rastrellare i denari indispensabili per concedere questi incentivi, come ricorda il presidente dell’Associazione Italiana Editori Marco Polillo in una lettera polemica a Enrico Letta, è stato deciso, come dicevamo, di portare dal 4 al 21%, a partire dal 1 gennaio prossimo, l’Iva sulle “opere culturali (contenuti digitali,musica, audiovisivi) veicolate in abbinamento alle pubblicazioni librarie e periodiche”. L’obiettivo in realtà, “come si evince dalle dichiarazioni pubbliche in sede di presentazione del provvedimento”, era quello di colpire l’andazzo di allegare a questa o quella rivista, questo o quel libro, i gadget più strampalati. Dal berrettino al burrocacao, dalla crema antirughe alla borsa da spiaggia, dagli occhiali da sole al materassino.

Ma il provvedimento varato dal governo tende piuttosto a fare di tutta l’erba un fascio:

Ma si tratta, secondo Polillo, di “un equivoco: colpire i gadget può essere misura condivisibile in un momento in cui ciascuno è chiamato a rinunciare a privilegi e benefici ingiustificati. Tagliare la cultura no”. La norma invece fa di ogni erba un fascio. E “nel settore librario ciò significa colpire soprattutto i contenuti digitali innovativi allegati ai libri. I prodotti più colpiti sono i libri educativi (libri scolastici, universitari, sussidi come dizionari o enciclopedie) che frequentemente hanno un’estensione digitale: eserciziari, approfondimenti, simulazioni di laboratorio virtuale, ecc.; i libri per bambini spesso accompagnati da audio-letture; quelli professionali o preziose operazioni culturali basate sul multimediale (si pensi ai testi teatrali accompagnati dal video di una rappresentazione)”.