La cinquina di debito, spesa e lavoro: 7, 55, 75, 28 e 3, giocatela al lotto

di Sergio Carli
Pubblicato il 29 Aprile 2011 - 15:56 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Sette, come la percentuale di spesa pubblica da tagliare entro il 2014. Più o meno una sessantina di miliardi in una trentina di mesi. Cinquantacinque, come la percentuale di italiani che colloca la questione lavoro, la mancanza di lavoro sicuro, al primo posto delle loro ansie e bisogni. Settantacinque, come la percentuale di italiani che non considera né il centro destra né il centro sinistra in grado di governare davvero l’economia. Ventotto, come la percentuale di giovani senza lavoro. Tre, come la percentuale di inflazione già reale e già quasi stimata. E’ la “cinquina” di Draghi, Bankitalia, dell’Istat, di Tremonti, dell’Unione Europea e della pubblica opinione rilevata nei sondaggi del Sole 24 ore. L’hanno stilata loro la “cinquina” e non c’è da dubitare dei numeri.

Una “cinquina” che stringe l’Italia in un angolo, che la fa rimbalzare da lato a lato di una figura geometrica che si stringe. Giocatevela al lotto questa cinquina che forse esce e qualcuno se la cava così, almeno lui. Dunque, 7, 55, 75,28 e 3. E se non ci credete, se pensate che si possa fare marameo al debito, aggiungete altro numero che non sta nei novanta del lotto: 360mila miliardi di dollari di swap, cioè di assicurazioni sul rischio finanziario nel mondo che sono diventate scommesse d’azzardo. Rischio stimato di sostanziale insolvenza: 1.100 miliardi dollari. E’ il “buco” che incombe sull’economia mondiale. Pensate che solo l’Italia possa essere esentata?