Crisi Fvg dà ragione a Gasparri: destra litiga Grillo gode..

di Mario Tafuri
Pubblicato il 27 Dicembre 2015 - 07:52 OLTRE 6 MESI FA
La crisi Fvg dà ragione a Gasparri: se la destra litiga.

Riccardo Riccardi: le liti della destra hanno favorito Beppe Grillo

TRIESTE – Il Centro destra è andato a pezzi a Trieste, aprendo la strada a una importante affermazione del Movimento 5 Stelle e confermando la previsione fatta a Blitz da Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato.

“Il centrodestra fa autogol e la presidenza va ai grillini” titola il Messaggero Veneto, il quotidiano di Udine, il 23 dicembre 2015. E il Piccolo di Trieste:

“Fvg, il centrodestra a pezzi fa vincere la grillina”.

La cronaca di Giovanni Stocco sul Messaggero Veneto è lapidaria:

“Suicidio collettivo di un centrodestra lacerato e avvelenato, che con un capolavoro di autolesionismo consegna al Movimento 5 Stelle il comitato per la legislazione, controllo e valutazione, e, soprattutto, il ruolo di principale partito di opposizione in Consiglio regionale”.

Causa scatenante della crisi, è stato il voto per la presidenza della commissione per la legislazione, controllo e valutazione, che ha

“scoperchiato definitivamente il vaso di Pandora di una coalizione martoriata da personalismi e vecchi rancori. Ilaria Dal Zovo, portavoce del Movimento 5 Stelle, nel confessare il proprio stupore, annuncia:

“C’è molto lavoro da fare, porteremo a termine quanto già iniziato. Il primo passo? Una missione valutativa sulle politiche abitative, indicativamente il 7 gennaio”.

E poi una botta di demagogia grillina:

“Restituirò l’indennità di mille e 500 euro spettante al presidente”.

Ci sono varie colpe all’origine del caos. In condizioni normali, spiega Giovanni Stocco,

“il voto per il comitato sarebbe stato poco più di una formalità: per prassi, la maggioranza si astiene dal voto, e l’opposizione trova un accordo”.

Invece Stefano Pustetto di Sel, che fa parte della maggioranza,

“con la massima disinvoltura, ha annunciato il voto a favore dei grillini), e i gruppi del (fu) centrodestra hanno fatto harakiri. Partito Democratico e Cittadini si sono subito chiamati fuori. Restavano Pustetto (Sel), assieme a De Anna (Fi), Colautti (Ncd), Santarossa (Ar), Dal Zovo (M5S) e Piccin (Gruppo misto). Dal Zovo e Santarossa hanno incassato due preferenze ciascuno (Piccin e De Anna una a testa) alla prima votazione. Nel ballottaggio, Dal Zovo ha prevalso con 3 voti, contro i 2 di Santarossa.”.

Difficile individuare il o la colpevole anche se, scrive Giovanni Stocco,

“gli indizi portano a pensare che sia stata Mara Piccin, del Gruppo misto, a premiare il M5s”

La quale si è divincolata così:

“Il vero, grande colpevole è il centrodestra, incapace di fare sintesi. Ognuno si assuma le proprie responsabilità”.

Il racconto del Piccolo ha un sapore goldoniano:

De Anna di Forza Italia si è già dimesso dal ruolo di componente del comitato. Forza Italia indicherà un sostituto nei prossimi giorni. Nelle ore successive al voto, il veleno scorreva a fiumi. […] Basta poco per dare la stura alle vere cannonate. Per Renzo Tondo «è grave che Forza Italia non abbia votato per il centrodestra al ballottaggio. Abbiamo toccato il fondo».

“Manca evidentemente la volontà del centrodestra di trovare un punto di incontro. Ci siamo fatti male tutti per fare un regalo al M5s». Santarossa recrimina perché «la presidenza spettava ad Autonomia Responsabile sin dall’inizio della legislatura. Abbiamo concesso quella posizione a Riccardi, e ci aspettavamo che i patti venissero rispettati in questa occasione. Complimenti a chi ha votato per Dal Zovo».

“Il capogruppo di FI Riccardo Riccardi non si tira certo indietro, e respinge gli attacchi: «Ci sono due elementi politici. Primo: la maggioranza si inserisce nei delicati e precari equilibri dell’opposizione. Fatto grave, ce lo ricorderemo. Secondo: sì, la coalizione è divisa. Ma il centrodestra è ormai ovunque costituito da Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia. Chi rappresenta Autonomia Responsabile? E il Nuovo centrodestra che pontifica, è lo stesso che a Roma sostiene Renzi? Chi mi attacca si ricordi quante preferenze ho preso io, e poi faccia le sue valutazioni. Lo scontro tra me e Tondo c’è ed è evidente. Il problema è sotto gli occhi di tutti: lui pensa di essere ancora il presidente, mentre nella realtà non è a capo di nulla»”.