La crisi tra Berlusconi e Fini parte da lontano

Pubblicato il 3 Dicembre 2009 - 12:27 OLTRE 6 MESI FA

Gianfranco Fini

Fu vero idillio tra Fini e Berlusconi? Il rapporto tra i due cofondatori del Pdl è incrinato già da tempo, come profeticamente scrisse ‘Il Giornale’ due mesi fa mettendo in evidenza che Fini si stava «allontanando dalla via maestra indicata dalla maggioranza del partito».

Dove nasce quindi il rancore dell’ex leader di An, la scintilla che oggi rischia di far saltare il governo e la legislatura? Nel suo editoriale di giovedì 3 dicembre, Maurizio Belpietro non ha dubbi.

“Striscia la notizia” manda in onda, qualche anno fa, le immagini della futura sposa di Gianfranco, Elisabetta Tulliani, al fianco dell’ex fidanzato Luciano Gaucci, «un amore del tutto disinteressato» diceva sarcasticamente Ezio Greggio.

Fini, che poi sarebbe diventato la terza carica dello Stato, inizia a coltivare propositi di vendetta, convinto che quel filmato fosse stato commissionato direttamente dal Cavaliere.  I tentativi di convincere Fini del contrario e dall’assoluta irriverenza e indipendenza della banda di Striscia sono caduti nel vuoto, tracciando un solco profondo trai due leader.

Da questo episodio seguono tante ‘scaramucce’ politiche, prosegue Belpietro: «Fini tenta di soffiare elettorato e scena al Berlusconi facendo un’intesa con Segni, il Cavaliere risponde prendendo decisioni escludendo il più importante alleato». Ne conseguono i mancati attestati di stima del premier nei confronti del presidente della Camera, accusato di sbagliare sempre la mossa nei momenti decisivi.

Oggi la grana è un altro video, il fuorionda di Pescara, con le dichiarazioni di Fini che risuonano come una bomba atomica per la sopravvivenza del governo. Le dimissioni di Fini a questo punto sembrano l’unica via d’uscita per i commentatori di destra. A chiederle con un titolo a quattro colonne è anche “Il Giornale”: «Silvio, ora liberati dalla zavorra Fini». Feltri arriva a dare addirittura del “nevrotico” al presidente della Camera per il suo comportamento politico.

Due le vittime di questa inimicizia politica e personale, scrive ancora  il quotidiano fondato da Montanelli e dallo stesso premier. Berlusconi lo è della sua generosità, «della fiducia che sparge a pioggia», Fini che sarebbe plurirecidivo, lo è della «sindrome rancorosa del beneficiato». L’unione, politicamente opportunistica, non poteva che fallire, scrive ancora Feltri, perché nata tra due uomini la cui differenza è abissale: «Fini piace a chi lo vota, il leader del Pdl invece ha l’appoggio delle masse».

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