Puglia, processo “La Fiorita”: chieste 36 prescrizioni. Ma Fitto vuol essere assolto

Pubblicato il 7 Febbraio 2011 - 21:06 OLTRE 6 MESI FA

BARI – Diciotto contestazioni di corruzione e altre diciotto tra truffe, turbative d’asta e violazione del segreto d’ufficio: sono 36 su 91 i capi d’imputazione per i quali il pm del tribunale di Bari, Renato Nitti, ha chiesto al tribunale di dichiarare la prescrizione nel processo chiamato “La Fiorita” in cui è imputato tra gli altri l’ex presidente della Regione Puglia Raffaele Fitto, ora ministro per gli Affari regionali.

Gli episodi di corruzione prescritti si riferiscono a fatti contestati per il periodo tra il 1996 e l’aprile del 2003. Le prescrizioni riguardano appalti milionari affidati da enti pubblici e Asl pugliesi alla cooperativa “La Fiorita”. Come quello da 1,4 milioni di euro per il servizio quadriennale di smaltimento di rifiuti ospedalieri nei presidi dell’allora Asl Bari 4, o quello di pulizia delle strutture ospedaliere della Asl Taranto 1 del valore di oltre 7 milioni di euro.

Sette gli imputati (sui 43 complessivi) che, per effetto della prescrizione dei reati, potrebbero uscire dal processo. All’udienza era presente il ministero Fitto che ha annunciato di voler rinunciare alla prescrizione dell’unico reato per il quale sono decorsi i termini del giudizio, l’istigazione all’abuso d’ufficio.

Fitto ha chiesto di essere processato per quel reato nonostante la prescrizione, perché vuole essere assolto nel merito, per non averlo commesso. L’accusa di abuso d’ufficio contestata a Fitto riguarda una delibera del 2002 per la proroga di 12 mesi del servizio conduzione impianti termici alla Asl Lecce 2, in favore di cinque ditte salentine per un valore di oltre 550mila euro.

Nella prossima udienza del 14 febbraio i giudici del tribunale scioglieranno la riserva sulle richieste di proscioglimento, conferiranno l’incarico peritale per la trascrizione delle intercettazioni e sentiranno i primi testimoni dell’accusa.