La nota informativa sulle tendenze sessuali di Boffo proviene da una fonte anonima. Lo ha confermato il gip di Terni, Pierluigi Panariello

Pubblicato il 31 Agosto 2009 - 15:56 OLTRE 6 MESI FA
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Il direttore di Avvenire, Dino Boffo

La nota informativa riguardante le tendenze sessuali di Dino Boffo proviene da fonte anonima, se non dai servizi segreti. Lo ha confermato il gip di Terni, Pierluigi Panariello, che ha spiegato che nel procedimento per molestie a carico del direttore di Avvenire, «non c’è assolutamente alcuna nota che riguardi le sue inclinazioni sessuali».

Il giudice si sta occupando del caso perché deve prendere delle decisioni riguardo alle richieste di accesso agli atti presentate da molti giornalisti. Al proposito dovrà esprimersi anche il procuratore della Repubblica Fausto Cardella. Dopo che lo avrà fatto, gli atti passeranno al gip che dovrà pronunciarsi.

Già in passato altri cronisti presentarono richiesta di accesso agli stessi atti ma il gip di allora respinse le istanze. La vicenda di Boffo venne definita con un decreto penale di condanna di 516 euro relativo al reato di molestie alla persona, anche se il pm avrebbe potuto ridurre della metà la pena.

All’epoca, il direttore del quotidiano cattolico non fece opposizione, e quindi la vicenda si chiuse senza che ci fosse il processo. Nell’indagine venne ipotizzato anche, inizialmente, il reato di ingiurie, ma la querela che ne era alla base venne poi rimessa. Tra gli atti del procedimento non figurano intercettazioni telefoniche. Ci sono invece i tabulati relativi al telefono di Boffo dal quale partirono le presunte chiamate moleste.

Intanto il vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero, ha detto di aver ricevuto l’informativa anonima, che successivamente era stata pubblicata dal Giornale. Il vescovo siciliano l’ha equiparata ad un «avvertimento mafioso».