La nuova norma del governo contro i rave dove i rave vengono chiamati “raduni”: ecco cosa prevede

La norma, contenuta nel decreto legge già pubblicato in Gazzetta ufficiale, prevede una reclusione da tre a sei anni e si applica quando più di cinquanta persone invadono terreni o edifici, pubblici o privati, da cui può derivare "un pericolo per l'ordine pubblico".

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Novembre 2022 - 08:51 OLTRE 6 MESI FA
La nuova norma del governo contro i rave dove i rave vengono chiamati "raduni": ecco cosa prevede

La nuova norma del governo contro i rave dove i rave vengono chiamati “raduni”: ecco cosa prevede (foto Ansa)

Dopo il rave di Modena il governo guidato da Giorgia Meloni ha deciso di scrivere una norma ad hoc per l’introduzione di un vero e proprio nuovo reato.

Norma ad hoc contro i rave che però nel testo vengono chiamati ”raduni”. E questo ha generato una serie di polemiche e incomprensioni.

La norma, contenuta nel decreto legge già pubblicato in Gazzetta ufficiale, prevede una reclusione da tre a sei anni e si applica quando più di cinquanta persone invadono terreni o edifici, pubblici o privati, da cui può derivare “un pericolo per l’ordine pubblico”.

Il testo integrale della norma

Dopo l’articolo 434 del codice penale è inserito il seguente:

“Art. 434-bis

Invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica.

L’ invasione per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica consiste nell’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, commessa da un numero di persone superiore a cinquanta, allo scopo di organizzare un raduno, quando dallo stesso può derivare un pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica.

Chiunque organizza o promuove l’invasione di cui al primo comma è punito con la pena della reclusione da tre a sei anni e con la multa da euro 1.000 a euro 10.000.

Per il solo fatto di partecipare all’invasione la pena è diminuita.

E’ sempre ordinata la confisca ai sensi dell’articolo 240, secondo comma, del codice penale, delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato di cui al primo comma nonché di quelle utilizzate nei medesimi casi per realizzare le finalità dell’occupazione.

All’articolo 4, comma 1, del Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, dopo la lettera i-ter), è aggiunta la seguente: “i-quater) ai soggetti indiziati del delitto di cui all’articolo 434-bis del codice penale”.

“L’intervento normativo mira a rafforzare il sistema di prevenzione e di contrasto del fenomeno dei grandi raduni musicali, organizzati clandestinamente (c.d. rave party)”, si legge nella relazione illustrativa. Che poi prosegue: “I casi che si sono finora presentati hanno riguardato meeting, organizzati mediante un “passa parola” clandestino, realizzato attraverso il web e soprattutto attraverso i social network, che si sono tenuti in aree di proprietà pubblica o privata invase illecitamente dai partecipanti”.

Le critiche dell’opposizione

Ma sulla norma in queste ore è nato un vero e proprio caso politico.

Le opposizioni infatti temono che il nuovo reato possa essere applicato anche in altre situazioni.

Il Governo ritiri il primo comma dell’art. 434 bis di riforma del Codice Penale. È un gravissimo errore. I rave non c’entrano nulla con una norma simile. È la libertà dei cittadini che così viene messa in discussione”, scrive su Twtter il segretario del Pd, Enrico Letta.

“Si tratta di un evidente specchietto per le allodole. La verità è che questo provvedimento  riguarderà gli operai che occupano le fabbriche, gli studenti che occupano le scuole e le università ed altro ancora. Sono la destra, per loro l’ordine pubblico si fa così, con la repressione e le pene che crescono. Bisogna mobilitarsi senza se e senza ma contro questo scempio. Del diritto e del buonsenso”, dichiara Arturo Scotto, coordinatore nazionale di Articolo Uno. Altrettanto forte la presa di posizione del verde Angelo Bonelli: “È una norma liberticida e fascista che addirittura prevede una pena di sei anni con introduzione di misure restrittive che normalmente si applicano ai mafiosi. Può accadere che a uno studente universitario fuorisede che partecipi ad un’occupazione si notifichi il foglio di via facendogli perdere il diritto di studiare all’università”.

“Il decreto del governo sui rave party, una volta letto il testo, ha tutta l’aria di essere una cosa ben più seria e più grave di quanto sembrasse ieri. Nella definizione di ‘terreni o edifici altrui, pubblici o privati’ ricade di tutto: i capannoni o i campi in cui vengono organizzati i rave, ma anche le università, i luoghi di lavoro, le piazze. E l’espressione ‘può derivare un pericolo per l’ordine pubblico…’ è sufficientemente vaga per ricadere nell’arbitrio più assoluto. Di chi? Essenzialmente dei prefetti, ovvero del Governo”, dice il coordinatore della segreteria di +Europa, Giordano Masini. 

“Premetto che io stesso, nel mio post di ieri avevo aperto ad ‘azioni mirate a maggiore prevenzione e contrasto dell’illegalità’ per contrastare raduni che creano, oggettivamente, problemi di ordine pubblico e sicurezza, anche a garanzia dell’incolumità degli stessi partecipanti. Ma il modo con cui si è intervenuti è raccapricciante – scrive Giuseppe Conte, leader M5s su Facebook -. Questa è una norma da ‘stato di polizia’”.