Fimeccanica, le mani di Lavitola e Tarantini. L’ex modella licenziata chiama Berlusconi

Pubblicato il 4 Settembre 2011 - 12:19 OLTRE 6 MESI FA
Debbie Castaneda

La modella colombiana Debbie Castaneda

ROMA – Alcuni dei protagonisti del nuovo filone di inchiesta della procura di Napoli sembrano considerare il colosso della difesa controllato dal Tesoro, una società quotata in Borsa con un fatturato di 18 miliardi, come un possedimento del premier Silvio Berlusconi attraverso cui ottenere favori. Così scrive il Fatto Quotidiano in un lungo articolo apparso oggi 4 settembre a firma Stefano Feltri e Antonio Massari.

Scrive il Fatto che il “caso più esplicito è quello di Debbie Castaneda, ex modella colombiana, assunta come consulente da Finmeccanica per i suoi rapporti di amicizia con il presidente Alvaro Uribe, anche se in Colombia il gruppo guidato da Pierfrancesco Guarguaglini non ha affari in corso”. Prima dell’estate la consulenza della Castaneda con Finmeccanica non viene rinnovata – racconta il Fatto- .  “Glielo comunica Paolo Pozzessere, il direttore commerciale di Finmeccanica, da 27 anni in azienda, che è il dirigente con cui ha rapporti anche Valter Lavitola, il giornalista-faccendiere al centro dell’inchiesta e ora irreperibile all’estero”.

Scrive il Fatto Quotidiano che “l’ex modella non gradisce e – si legge nelle carte – decide subito di rivolgersi a chi può aiutarla, l’amico Silvio Berlusconi”. Quanto accaduto sta scritto negli atti dell’inchiesta. “Pozzessere dice che la cosa migliore è parlare con ‘Lui’. E trovare assieme a ‘Lui’ una soluzione. Debbie dice che lo chiamerà personalmente in quanto non ha nulla da perdere”.

Spiega il Fatto che ci sono ben pochi dubbi su chi sia ‘Lui’:Alle 18:53 del 30 giugno 2011, cinque minuti dopo la telefonata con Pozzessere , la Castaneda chiama Marinella Brambilla, la segretaria personale di Berlusconi: ‘Debbie chiama Marinella e ha bisogno di parlare con ‘Lui’ (Berlusconi?) anche se sa che è molto impegnato […] Debbie le dice che tra un’ora chiamerà a Palazzo Chigi, Marinella le chiede se ha il numero di Roma, Debbie risponde di sì […]”.

La consulenza della Castaneda non viene comunque rinnovata racconta il Fatto Quotidiano che però aggiunge: ” Resta il fatto che l’ex modella non chiama il presidente della società, Guarguaglini, o il nuovo amministratore delegato Giuseppe Orsi, e neppure l’azionista di controllo della società, il ministero del Tesoro (quindi Giulio Tremonti). Chiama Palazzo Chigi e spiega a Pozzessere che ‘dovrà essere ‘Lui’ a dire che non potrà lavorare più in Finmeccanica perché ha fatto qualcosa di male, ma questa cosa non la merita”.

Oltre alla storia della Castaneda, Finmeccanica viene tirata in ballo per la presenza di un consulente che ora si sta rivelando un po’ imbarazzante per il gruppo di piazza Monte Grappa: Valter Lavitola, che per i pm di Napoli è stato il protagonista della presunta estorsione di Gianpaolo Tarantini (l’imprenditore della sanità che portò la prostituta Patrizia D’Addario a Palazzo Grazioli nel 2008) ai danni di Silvio Berlusconi.

Scrivono Massari e Feltri del Fatto: “La faccenda è delicata, riguarda un grosso affare di Finmeccanica a Panama: all’inizio del 2011 tre società del gruppo, la Selex sistemi integrati, Agusta Westland e Telespazio riescono a vincere una gara internazionale per fornire a Panama sistemi di monitoraggio sul canale contro il narcotraffico. Un sistema di radar, sei elicotteri, un sistema di cartografia satellitare. Una partita da 240 milioni di euro. Fin-meccanica, che partecipa non come gruppo ma con le sue tre aziende, riesce a sbaragliare l’agguerrita concorrenza di diversi Paesi tra cui la Francia”

Parte del merito del successo  – scrive ancora il Fatto Quotidiano – va anche a Lavitola, consulente che gode della doppia raccomandazione, sia di Palazzo Chigi sia del governo panamense. “Nell’ordinanza di arresto per Tarantini e Lavitola,  – scive il Fatto – Pozzessere spiega al giornalista-faccendiere che ‘dopo i casini che hanno avuto in Finmeccanica, hanno dato disposizioni che i consulenti possono essere pagati o sul luogo dove lavorano, in questo caso Panama, o dove c’è la sede legale’.  Quindi, se Lavitola vuole essere pagato, deve avere una società panamense. Quando Pozzessere verrà chiamato dai magistrati, si presenterà con la documentazione che prova una regolare par-cella da alcune decine di migliaia di euro, inferiore a quella che chiedono i professionisti delle pubbliche relazioni a Milano o a Roma per lavori molto meno sensibili. Si vedrà”.

Per ora Guarguaglini si trincera dietro un “no comment” su queste vicende scrive il Fatto che aggiunge che le vicende non riguarderebbero  solo Lavitola (con cui i rapporti li avrebbe gestiti il solo Pozzessere), ma anche lo stesso Tarantini.

L’imprenditore barese, nelle telefonate intercettate lo scorso 7 luglio, si vanta con Lavitola di poter spiegare a Berlusconi le sue buone entrature: “Mi fai andà a parlà con lui, perché io so’ sicuro che io e lui, davanti, da soli, a me lui non mi dà 500, perché lui mi conosce, sa che Gianpaolo Tarantini prende i soldi dall’Eni, prende i soldi da Finmeccanica, da dove cazzo li prende, lui lo sa che io li prendo”.

Ovviamente Eni e Finmeccanica smentiscono ogni legame con l’imprenditore delal sanità pugliese.