Berlusconi quasi molla Monti: votiamo l’ultima boiata

Pubblicato il 26 Giugno 2012 - 15:42 OLTRE 6 MESI FA
berlusconi

Silvio Berlusconi (LaPresse)

ROMA, 26 GIU – Monti sì, ma anche no. Silvio Berlusconi incontra il presidente del Consiglio e poi corre dai suoi, alla riunione Pdl, portando un giudizio che sa di tanta voglia di scaricare il governo dopo il vertice. L’ex premier non lo dice direttamente ma le sue parole dopo l’incontro tradiscono malcontento. Perché Berlusconi lo dice prima e lo ripete dopo l’incontro cui si è presentato per portare le “preoccupazioni” del Pdl. Quali è presto detto: la riforma del lavoro che il partito v0terà ma che Berlusconi definisce di fatto una “boiata” e le proposte che il governo italiano porterà al vertice Ue del 28 e 29 giugno. Proposte che danno l’idea  di una “indeterminatezza assoluta”, dice Berlusconi.

Il Pdl, insomma,  è pronto a votare la “boiata”, ovvero la riforma del lavoro secondo definizione del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi. Berlusconi lo dice senza far nulla per nascondere il suo malcontento: ”Abbiamo  riportato a Monti le inquietudini del gruppo, voteremo la fiducia nonostante condividiamo il parere del presidente del Confindustria su questa legge”. E Squinzi, nell’attaccare la riforma, proprio di “boiata” aveva parlato. Elsa Fornero e Monti non gradiranno ma in questo momento quello che conta è il risultato: portare a casa la fiducia in tempo utile per il vertice Ue del 28 e 29 giugno.

“Indeterminatezza assoluta”.  Le critiche al governo, però, non riguardano solo la riforma del lavoro. Berlusconi è perplesso anche sulle proposte che l’Italia ha intenzione di portare al vertice Ue: “Dopo aver ascoltato Monti abbiamo capito che siamo nell’inderteminatezza piu’ assoluta”.

Dall’incontro con Monti – ha spiegato Berlusconi – c’è stata la sensazione di indeterminatezza sulle proposte che l’Italia fara’. C’e’ un orientamento su una misura che prevederebbe un interveto della Bce e del fondo salva-Stati per acquistare i titoli pubblici dei Paesi con uno spread troppo alto ma solo per gli Stati virtuosi quindi si escluderebbero ad esempio Spagna, Grecia e Portogallo. L’Italia invece sarebbe inclusa.

Io ministro dell’Economia. E Berlusconi, evidentemente, sta già pensando al dopo Monti. Alla riunione Pdl, infatti, annuncia: “Mi candido a fare il ministro dell’Economia in un governo guidato da Angelino Alfano”. E che far cadere Monti sia anche scelta quasi necessaria politicamente il Cavaliere lo fa capire citando i numeri: il 75% dei nostri elettori e’ contrario al sostegno al governo Monti. Ovvero, con un appoggio a oltranza, il Pdl è destinato a perdere altro terreno. Cosa che Berlusconi, evidentemente, non vuole più.

Monti cade? Per Bruxelles è una catastrofe. Ai suoi, però, Berlusconi chiede pazienza: “Adesso andiamo avanti. Vi prego di usare toni consapevoli della responsabilita’ che in questo momento abbiamo. Se togliessimo la fiducia dovremo preparare gli elettori al voto, oltre allo sconcerto che la crisi creerebbe. Ho parlato con Bruxelles, definiscono ‘catastrofique’ la caduta di Monti”.