Lavoro: alla Camera ok alla quarta fiducia, 438 sì e 75 no

Pubblicato il 27 Giugno 2012 - 11:37 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’Aula della Camera conferma la fiducia al governo approvando il quarto articolo della riforma del lavoro. I voti a favore sono stati 438, 75 i contrari, 28 gli astenuti. Con questo voto l’aula di Montecitorio si appresta a dare il via libera definitivo alla riforma targata Fornero. L’assemblea deve ora esaminare gli ordini del giorno al testo.  Poco prima delle votazioni il ministro ha assicurato che il testo non sarà bloccato e potrà essere modificato con l’appoggio del governo.  “L’importante è partire – ha detto – poi le modifiche”. Ma critico, il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, le ha risposto: “E’ un testo che non mantiene le promesse. Eventuali modifiche sarebbero solo peggiorative”. Il voto finale del provvedimento è atteso per mercoledì in serata.

“La riforma del lavoro apre un percorso di novità positive, se qualcosa può essere aggiustata lo faremo con l’appoggio dei partiti che sostengono il governo. Intanto l’importante è farla partire”. Sono state le parole del ministro del Lavoro poco prima del voto. “Continuo a considerare questa una buona riforma: il Senato ha fatto un buon lavoro. Abbiamo realizzato un buon equilibrio”, ha continuato il ministro, intervistata nel corso della trasmissione di RadioUno Rai Radio Anch’io.  “Nessuno – ha aggiunto – ha mai avuto la pretesa di avere la chiave in tasca per la soluzione dei molti problemi che affliggono il mercato del lavoro”.

Fornero ha speso anche parole di ringraziamento per i deputati. “Capisco il sacrificio fatto dalla Camera perchè la limitazione della discussione imposta dall’agenda e dalle difficoltà sul fronte europeo, è stata pesante per i parlamentari e in particolare per quelli della Commissione che avrebbero voluto poter dire la loro. Purtroppo non è stato possibile, ma il governo ha detto che è disposto a fare cambiamenti che saranno discussi”.

“Meno si tocca il testo e meglio è, perché lo si vuole toccare solo per peggiorarlo”, ha ribattuto il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, accusando la riforma di non rispondere alle aspettative. Secondo Bonanni solo sul tema degli ammortizzatori sociali bisognerebbe allungare i tempi per utilizzare il nuovo criterio dell’Aspi, “proprio per non creare difficoltà ai lavoratori”. “Queste norme – ha continuato il numero uno della Cisl – non creeranno più posti di lavoro, come si era detto all’inizio. C’è stato un approccio ideologico da parte del governo come se agire su questo ambito potesse creare le condizioni di una nuova economia, di un rilancio. Ma la nuova economia, il rilancio si realizzerà solo se noi pagheremo meno le tasse, se noi pagheremo meno l’energia, se noi avremo più infrastrutture, se noi avremo tutto ciò che oggi è disorganizzato”.

Il premier Mario Monti, martedì aveva espresso la sua soddisfazione per le prime due fiducie incassate: al vertice europeo Monti potrà dimostrare che l’Italia non è solo un Paese con i conti in ordine ma che ha anche approvato quelle “riforme strutturali” senza le quali la Germania non vuole cedere alla messa in comune delle garanzie sul debito.

Non mancano le proteste. A Roma la guardia di Finanza ha blindato l’area di via Manzoni, dove si stanno tenendo gli “Stati Generali del Welfare”. Una cinquantina di esponenti dei Cobas, prima di dirigersi in corteo verso Montecitorio, hanno esploso fumogeni, lanciato uova e frutta ed esposto alcuni cartelli con scritto: “Monti, Alemanno, Fornero, Roma vi rimbalza”.