Lavoro, Fornero va avanti: “Si chiude in 10 giorni, ammortizzatori dal 2015”

Pubblicato il 13 Marzo 2012 - 00:08 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 12 MAR – Dieci giorni per chiudere sulla riforma del mercato del lavoro: il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, accelera i tempi del confronto e anche sulla riforma degli ammortizzatori sociali dice di volerne anticipare l'entrata a regime dal 2017 inizialmente ipotizzato al 2015. Ma su questo e' scontro con le parti sociali, sia i sindacati e sia le imprese. E' netta la leader della Cgil, Susanna Camusso: ''Il dato di oggi e' un passo indietro''.

Il ministro apre la riunione al ministero con i leader delle organizzazioni sottolineando che e' una settimana ''decisiva'' per la definizione dell'accordo e riferisce che l'obiettivo, concordato insieme al premier Mario Monti, e' quello di chiudere tra il 21 e il 23 marzo. Il governo ''ha sempre lavorato per l'accordo con le parti sociali e per questa prospettiva – assicura – lavoriamo in questa ultima fase''. Da domani avviera' una serie di incontri bilaterali sulla flessibilita' in uscita e quindi sull'articolo 18, oggi non sul tavolo; lunedi' – secondo il calendario ipotizzato – si arrivera' all'incontro a Palazzo Chigi, con il presidente del Consiglio.

Come atteso, oggi Fornero ha delineato il quadro di insieme della riforma dei contratti – con la conferma dell'apprendistato quale contratto prevalente di ingresso e la richiesta di far pagare di piu' i contratti a tempo determinato – e degli ammortizzatori sociali. Il ministro non fornisce alle parti la cifra delle risorse aggiuntive da destinare ai nuovi ammortizzatori – non confermando le voci su 2 miliardi – ma indica ''l'impegno del governo a ricercarle'': ''Non sono in grado di dirvi dove saranno trovate'', afferma ma assicura che ci saranno e che non saranno sottratte ''ai capitoli del welfare''. Indica anche l'obiettivo del Governo di ridurre la disoccupazione portandola ''al 4-5% strutturale''.

Fornisce, invece, dettagli sull'architettura del nuovo sistema basato su due pilastri: la cassa integrazione ordinaria e straordinaria che resta ma con la scomparsa della causale per 'cessazione di attivita'' aziendale (si' per ristrutturazione) e l'indennita' di disoccupazione che insieme alla mobilita' viene accorpata nell'Assicurazione sociale per l'impiego, che si punta vada a regime dal 2015.

Ipotesi che sia le imprese sia i sindacati bocciano: la transizione ''breve per noi e' un problema. Le abbiamo chiesto di rivedere questo punto'', afferma la leader degli industriali, Emma Marcegaglia. Camusso parla di ''passo indietro'' e sostiene pure come ''non ci sara' nessun lavoratore in piu' rispetto ad oggi coperto dal sistema'': il governo – ricorda – aveva annunciato l'obiettivo di renderlo ''universale'', ma ''parasubordinati o autonomi non entreranno''. E, dice ancora, ''ci sembra un arretramento'' anche il ''non cancellare alcuna forma'' di ingresso. Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, avverte sul rischio di ''una ecatombe sociale'' per effetto dello stop anticipato alla mobilita', riducendone durata e copertura economica, e l'aumento dell'eta' pensionabile. Anche il leader della Uil, Luigi Angeletti, chiede di ''chiarire'' sui costi degli ammortizzatori mentre parla di ''passi in avanti'' sui contratti a termine.

Nelle dichiarazioni viene esclusa l'eventualita' di un accordo separato: non e' interesse di nessuno, dice Bonanni. E Camusso replica: ''Non ne vedo aria, vedo una trattativa difficile'' che ''stiamo facendo e continueremo a fare''. Domani, intanto, Fornero inviera' alle parti sociali due documenti, uno sul tema dei contratti, l'altro sulla parte della riforma degli ammortizzatori che riguarda la nuova Assicurazione sociale per l'impiego. Le parti risponderanno con le loro osservazioni.