Lavoro, Sacconi: "Così le imprese non ci stanno"

Pubblicato il 15 Marzo 2012 - 09:30 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Guardando ''il barometro'' delle parti sociali, si registra ''piu' apertura nel sindacato di quanta vi sia da parte delle orgniazzazioni dei datori di lavoro''. Un dissenso che, secondo l'ex ministro del Welfare Maurizio Sacconi, ''non puo' non destare preoccupazione'' perche' poi ''sono le imprese che devono intraprendere e devono assumere''.

In una intervista al Messaggero Sacconi individua tre capitoli su cui le aziende sono piu' insoddisfatte: ''Articolo 18, maggiore costo del lavoro e nuove rigidita' per l'apprendistato e i contratti a termine''.

Per Sacconi oggi ''la riforma dell'articolo 18 e' paragonabile'' a quella dell'84 della scala mobile. Peraltro, ''la prova provata'' che una riforma non produrrebbe maggiore propensione a licenziare sta ''nell'oltre 90% di imprese che rimangono sotto i 15 dipendenti con circa il 40% dei lavoratori subordinati che ogni giorni dimostrano di avere anzi una buona vocazione ad assumere''. Ma in Italia, aggiunge, ''credo pesi ancora un blocco ideologico della sinistra politica e sindacale'' che ''impedisce di avere una regolazione europea''.