Le parole chiave di Napolitano

Pubblicato il 6 Maggio 2011 - 20:23 OLTRE 6 MESI FA

ROMA 6 MAG Martedi' prossimo – ROMA, 6 MAG – Martedi' prossimo ricorre il quinto anniversario dell'elezione di Giorgio Napolitano alla Presidenza della Repubblica. Quel 10 maggio del 2006, dopo che Napolitano fu eletto, con i voti del centrosinistra e dell'UdC, al quarto scrutinio, con 543 voti su 990 (54,8%), Silvio Berlusconi mise in dubbio che sarebbe stato presidente di tutti. Si sbagliava e lo stesso Berlusconi, tempo dopo, lo ha ammesso. E' la scommessa piu' importante vinta da questo presidente che e' stato un dirigente storico e di primo piano del PCI e ha portato al Quirinale la sua lunga esperienza pubblica dimostrando di essere un presidente 'politico' ma super partes, e in sintonia con i sentimenti della maggior parte degli italiani. L'ETA' E GLI IMPEGNI – Nominato senatore a vita nel 2005, non pensava di andare al Quirinale. C'e' arrivato a 81 anni e a giugno compira' 86 anni. Una bella eta', ma si direbbe che non gli pesa, vedendo il suo frenetico programma di attivita' e viaggi in Italia e all'estero. RUOLO E PRESTIGIO – Il suo ruolo di primo piano nella scena politica da' l'impressione che sia sempre stato al Colle. Anche Barack Obama lo stima e lo ha salutato come ''leader italiano di grande esperienza amato dal suo popolo''. L'EUROPA – E' uno dei leader morali dell'Unione Europea. Chiede integrazione politica, scelte e istituzioni per contare nel mondo. Critica l'euroscetticismo, in particolare di Londra. Trova incomprensibile la scelta di Angela Merkel di tenere la Germania fuori dall'intervento in Libia. IL CONFRONTO – Costante il suo richiamo a un confronto costruttivo e rispettoso fra maggioranza e opposizione. Ripete spesso cio' che disse nel discorso di insediamento: ''Il fatto che si sia instaurato un clima di pura contrapposizione e di incomunicabilita', a scapito della ricerca di possibili terreni di impegno comune, deve considerarsi segno di un'ancora insufficiente maturazione nel nostro paese''. GLI INCIDENTI SUL LAVORO E TEMI SOCIALI – Napolitano ha riacceso l'attenzione sul mondo del lavoro puntando i riflettori sul dramma dimenticato degli incidenti mortali sul lavoro, piu' di mille ogni anno, e ha spinto per norme di maggior garanzia. Costante e' anche l'attenzione per altri temi sociali: disuguaglianza, poverta', giovani, disoccupazione, Mezzogiorno. Su questi temi ha sottolineato l'importanza di una convergenza fra l'impegno dello Stato e quello della Chiesa e delle sue strutture. I RICHIAMI POLITICI – Per Napolitano la Costituzione e' la ''bussola'', e le scelte politiche devono essere fatte nell' ''interesse generale'', che ''non e' un simulacro''. Queste stelle fisse lo hanno indotto spesso a rivolgere richiamare ai responsabili di altre istituzioni: governo, parlamento, magistratura. Ha raccomandato il finanziamento della formazione e della ricerca, l'equilibrio dei conti pubblici, il risanamento dei bilanci, la fissazione di chiare ''priorita''' nella spesa pubblica. I MESSAGGI IN BOTTIGLIA – Innumerevoli i richiami pubblici. Chiede coerenza, concretezza e ''coesione'' nazionale. Ha tirato le orecchie anche alla sua area politica di provenienza, oggi raccolta nel Pd: fate proposte concrete e credibili. Ai leader sindacali ha detto: ritrovate l'unita' se volete contare. Al governo ha indicato problemi e priorita', chiesto coerenza e consapevolezza. Io, ha detto con ironia, lancio ''messaggi in bottiglia'', in realta' arrivano a destinazione ma con ''ipocrisia istituzionale'', si finge di non riceverli. MEMORIA E STORIA NAZIONALE – Napolitano ha ripreso con successo il viaggio nella memoria di Ciampi, la campagna per riscoprire la storia patria e l'orgoglio nazionale. Le celebrazioni del 150.mo dell'Unita' d'Italia sono state un suo successo politico e personale, confermato dalla partecipazione popolare e dall'adesione della componente politica piu' scettica, La Lega Nord. RESISTENZA E GUERRA CIVILE – Napolitano non ha difficolta' a dire pane al pane, e celebrando la Resistenza, a invitato a ricordare questa data fondamentale della Repubblica, ricordando tutti i contributi alla liberazione dal nazifascismo senza sottovalutare il contributo determinante dei partigiani, ma ammettendo che quella Lotta di Liberazione fu anche guerra civile e che contiene anche delle pagine oscure.