Palazzo Madama non bada a spese. Per curare al meglio il decoro delle stanze presidenziali a Palazzo Giustiniani sono stati infatti appena acquistati cinquanta nuovissimi asciugamani, a 88 euro l’uno, per un totale che supera i quattromila euro. Di lino, decorati, pregiatissimi, non sono neanche paragonabili con i migliori articoli dello stesso genere che chiunque può trovare a meno della metà su e-bay.
Eppure, le spese del Senato recenti non si fermano ai bagni. Anche per la cucina, la Camera alta non ha certo risparmiato. Così, i suoi nove cuochi sono stati iscritti d’ufficio al corso di aggiornamento professionale e di perfezionamento del Gambero Rosso. Probabilmente le ultime spese decise al Senato non piaceranno al presidente Napolitano, che proprio negli ultimi giorni aveva invitato le istituzioni a contenere il più possibile le uscite superflue.
Il prossimo 30 settembre scade intanto il termine degli organi costituzionali per richiedere la dotazione finanzaria al Tesoro in vista del 2010. La prassi nel passato era di attenersi al “pil nominale”, ossia alla crescita economica prevista, poi si è passati all’inflazione programmata come parametro per richiedere i fondi.
Ma in periodo di crisi, Camera e Quirinale hanno già annunciato che rinunceranno anche a questo criterio, mentre da Palazzo Madama, per ora, non è arrivata nessuna comunicazione. Se le cose rimanessero come per l’anno scorso, vorrebbe dire che al ramo del Parlamento presieduto da Renato Schifani toccherebbe una cifra di 527 milioni, contro i 519 del 2009.