ROMA – Lega prova a dimezzare il reddito di cittadinanza. Dimezzarne non l’importo mensile ma dimezzarne e forse più la immensa platea dei destinatari.
Quanti milioni di italiani con il reddito di cittadinanza a fine mese se in sostanza basterà chiederlo per ottenerlo? Molti milioni. L’ultimo calcolo fatto dallo Svimez dice che dieci miliardi di euro basterebbero solo per il Sud e solo per nove mesi. Dieci miliardi a fronte dei sette che ci sono in bilancio. E solo per il Sud e solo per nove mesi.
Di sicuro c’è che se a dare il via libera all’erogazione e pagamento saranno i Centri impiego allora di fatto non vi sarà selezione degli aventi diritto o no. E non vi saranno condizioni da soddisfare, impegni da assolvere. I Centri per l’impiego non sono in grado di controllare l’effettiva situazione patrimoniale o reddituale di chi vorrà i 780 euro al mese. Quindi non potranno che dire sì a tutti. Ma non basta: i Centri Impiego non sono in grado in nessun modo di predisporre, allestire, impartire riqualificazione professionale e quindi vigilare sul fatto che il percettore di reddito di cittadinanza segua con profitto e utilità i corsi di formazione.
I Centri Impiego, da cui finora non a caso è passato neanche il 2 per cento dei nuovi posti di lavoro trovati a chi un lavoro non l’aveva, sono di fatto centri burocrazia, carte timbrate, documenti. Lo sanno anche quelli di M5S che per renderli vivi hanno chiesto e stanziato un miliardo e migliaia di assunzioni. Ma M5S ha fretta e ai Centri dà pochi mesi, fino a marzo, per fiorire dal nulla e diventare quel che non sono. Centri di impulso e controllo. Al contrario, oggi e tra sei mesi pure i Centri Impiego timbreranno la pratica pagamento reddito di cittadinanza e per il resto si dichiareranno non competenti o impossibilitati.
Mettere in mano ai Centri Impiego il pagamento del reddito di cittadinanza equivale a distribuirlo senza filtri e senza soprattutto costrutto e utilità. Centri Impiego che pagano reddito cittadinanza a domanda equivale reddito cittadinanza pagato a milioni e milioni e milioni di italiani. Sicuramente sballando le cifre stanziate, probabilmente sfondando il bilancio pubblico, quasi certamente provocando caos al secondo anno, il 2020. Quando non ci saranno più i soldi ma milioni e milioni considereranno i 780 al mese diritto acquisito.
E allora la Lega di Matteo Salvini prova a dimezzare, a smezzare. Armando Siri sottosegretario al governo propone che a pagare il reddito di cittadinanza a fine mese sia l’azienda. Quale azienda? Quella presso la quale il cittadino senza lavoro per un lavoro si forma e un lavoro lo impara. Oppure quella dove il cittadino senza lavoro perché lo ha perso si riqualifica acquisendo le competenze per un altro lavoro.
Se a pagare sono le aziende, non con i soldi loro ma di fatto vigilando sui soldi pubblici, il numero dei milioni di beneficiari di assegno di Stato a fine mese si dimezza. si smezza certo. Azienda dà ok a pagamento se il senza lavoro il lavoro lo cerca davvero. Lo cerca studiando, imparando, frequentando, formandosi. Se a dare il via al pagamento sono le aziende, per dirla alla Salvini, la pacchia prevista per il Sud finisce prima di cominciare. Niente assegno a fine mese per chi mette una firma in un ufficio e poi scappa via.
Certo la proposta leghista è molto nordista. Al Nord ci sono le aziende. In grado di formare e riqualificare. E interessate a farlo. Al Sud poche aziende e poche occasioni di lavoro reale anche una volta acquisite nuove competenze. Quindi è facile che M5S non ci starà. Resta però un mastodontico non detto. Ed è questo: il reddito di cittadinanza erogato solo dalla burocrazia, senza sostanziali controlli e senza che serva davvero a formare competenze lavorative e senza collegamenti con chi cerca lavoratori che non ci sono specializzati come serve è un macigno così grande e pesante che trascina a fondo l’intera manovra del popolo. Qualcosa dovranno fare o anche no. Potrebbero alla fine decidere di affogare, finire in fondo insieme al macigno. Non sottovalutare questa possibilità.