L’ultima proposta della Lega: istituire un esercito per ogni Regione

Pubblicato il 4 Aprile 2011 - 16:41 OLTRE 6 MESI FA

Umberto Bossi

ROMA – La Lega se ne inventa un’altra: dopo la battaglia sui dialetti e sul federalismo ora il Carroccio rilancia e vuole gli eserciti regionali. Eserciti, sul modello della Guardia nazionale americana che siano pronti a intervenire in caso di calamità naturali, di gravi attentati, di incidenti alle infrastrutture o ai siti produttivi e per mantenere l’ordine pubblico qualora il Consiglio dei ministri o i Governatori regionali lo deliberino.

La nuova proposta del Carroccio è contenuta in una proposta di legge presentata il 15 marzo e annunciata lunedì alla Camera. Il provvedimento, che porta la firma di quasi tutti i componenti del gruppo del Carroccio (ad eccezione del capogruppo Marco Reguzzoni) prevede che le ”milizie” siano composte, tra l’altro, da cittadini italiani volontari cessati dal servizio senza demerito con eta’ inferiore ai 40 anni.

”Nella Repubblica – si legge nella relazione del provvedimento – manca uno strumento agile e flessibile che possa essere impiegato a richiesta degli esecutivi regionali per far fronte alle situazioni che esigono l’attivazione del sistema di protezione civile”. ”L’importazione nel nostro ordinamento dell’Istituto della Guardia Nazionale – aggiungono i deputati della Lega – permetterebbe di assicurare il soddisfacimento di queste esigenze liberando i reparti operativi delle Forze Armate da compiti di presidio del territorio dei quali sono talvolta impropriamente gravati e predisponendo uno strumento utilizzabile all’occorrenza quando il moltiplicarsi degli interventi all’estero riduca, ad esempio, le risorse organiche disponibili in patria”.

Secondo il progetto di legge messo a punto dal Carroccio, dovranno entrare a far parte del Corpo dei volontari militari, previo superamento di esami psico-attitudinali, i militari che non sono piu’ in servizio (senza demerito) e che non abbiano superato i 40 anni di eta’. Il limite di eta’ varra’ anche per gli ufficiali e i sottoufficiali. Il reclutamento dovrebbe avvenire su base regionale. E quelli che il Carroccio gia’ definisce ”battaglioni regionali” dovranno avere prevalentemente il carattere di ‘strutture-quadro’, che potrebbero poi aumentare di numero in caso di mobilitazione. I soldati regionali avranno l’obbligo di prestare servizio un mese all’anno, anche per garantire la formazione permanente del personale. La loro retribuzione sara’ identica alla paga giornaliera che si riceve nell’esercito e ci sara’ l’aspettativa non retribuita nel caso in cui i nuovi soldati lavorino nel settore pubblico o privato.

Tocchera’ all’Esercito e ai Carabinieri addestrare il nuovo ‘Corpo Regionale’ che non dovrebbe disporre di piu’ di 20 mila uomini raggruppati in 20 battaglioni regionali (con il nome della regione di riferimento) sotto il comando di altrettanti tenenti colonnelli distaccati dall’Esercito e dall’Arma. Ogni battaglione quindi sara’ composto da mille uomini e donne reclutati su base regionale. Le uniformi sarebbero identiche a quelle dell’Esercito, ma con un distintivo in piu’, ‘ad hoc’ per ogni regione. Girerebbero armati (armamento leggero) come i Carabinieri. Per quanto riguarda la carriera, il governo dovra’ assicurare una corrispondenza con i gradi dell’Esercito anche se con alcuni distinguo.

Si preclude pero’ il passaggio di questi ‘miliziani’ regionali all’Esercito o ai Carabinieri. Il Generale comandante del Corpo dipendera’ dal Capo di Stato Maggiore della Difesa per quanto riguarda i compiti deliberati direttamente dal Consiglio dei Ministri, mentre i Tenenti colonnelli, che guidano i singoli battaglioni regionali, risponderanno direttamente ai presidenti delle Regioni in cui saranno stanziati per fronteggiare le emergenze locali. Il Corpo dei volontari militari non potra’ essere impiegato fuori dall’Italia. Il primo firmatario del testo e’ il deputato della Lega, Franco Gidoni.

Pd: la Lega punta alla secessione militare? ”Dopo aver incassato il finto federalismo la Lega sta forse puntando alla secessione militare?”.Così il capogruppo democratico nella commissione Difesa della Camera, Antonio Rugghia commenta la proposta di legge della Lega, per istituire degli eserciti regionali che si occupino anche di ordine pubblico su richiesta del Consiglio dei Ministri e dei singoli governatori.

”E’ una proposta preoccupante – spiega – che sembra voler mettere in discussione l’unita’ stessa del paese e creare venti piccoli eserciti da brandire contro i propri vicini. Se non fosse stata presentata da un gruppo cosi’ folto di deputati l’avrei definita una pagliacciata, ma la presenza di autorevoli esponenti del Carroccio la rende seriamente preoccupante. Aspettiamo adesso la reazione del ministro La Russa. Sempre che abbia ancora energie dopo le pagliacciate, quelle sì, della scorsa settimana. Non e’ in ogni caso accettabile che una forza di governo tenti le forze armate che, storicamente, hanno rappresentato l’unita’ del paese. Già la Lega ci aveva provato con la proposta sugli alpini e aveva incassato critiche su critiche da parte del mondo militare. Pensavamo fossero state sufficienti per mettere definitivamente da parte questi interventi di cui non si sente alcuna necessità”.