Benzina aumenta 17 cent litro da dicembre. Legge Bilancio made in Meloni, il giorno del mugugnone

Benzina aumenta 17 cent litro da dicembre, pensioni minime 100 euro in più, pensioni sopra 2000 euro lasciate al taglio dell'inflazione, regalino a partite Iva, assegno reddito cittadinanza per 8 e non 12 mesi nel 2023 a chi può lavorare...Quale il verso reale della legge Bilancio made in Meloni? Il verso del reale, quindi Mugugnone day.

di Lucio Fero
Pubblicato il 22 Novembre 2022 - 08:58 OLTRE 6 MESI FA
Benzina aumenta 17 cent litro da dicembre. Legge Bilancio made in Meloni, il giorno del mugugnone

Benzina aumenta 17 cent litro da dicembre. Legge Bilancio made in Meloni, il giorno del mugugnone FOTO ANSA

Il prezzo della benzina dal primo dicembre aumenta di circa 17 cent al litro: c’era uno sconto di Stato (circa 35 cent pagati dalla cassa pubblica), sconto dimezzato dal governo nella legge Bilancio appena varata. Volendo la si può mettere così, accogliere così la legge di Bilancio del governo Destra/Centro a guida Meloni. Oppure la si può mettere con le pensioni minime che aumentano di circa 100 euro al mese. Oppure ancora la si può raccontare e caratterizzare con i risparmi (relativamente scarsi) che si otterranno pagando l’assegno reddito cittadinanza solo per 8 mesi nel 2023 a chi lo percepisce ma è in grado di lavorare (niente più dal 2024). Oppure con il regalino fatto alle partite Iva la cui tassazione a forfait 15% si estende fino a 85 mila euro di fatturato. O ancora con il fare un po’ di indebita cassa sulle pensioni, tagliando la rivalutazione delle stesse sopra i 2000 euro di importo, come se sopra i duemila euro di importo l’inflazione si fermasse o almeno rallentasse.

Sia detto per inciso, prosegue nei governi questa attitudine difficilmente definibile: la voglia spesso matta di mandare quanta più gente possibile in pensione e poi, fattili contenti in quanto pensionandi, più o meno mollarli in quanto pensionati. Storta o dritta che la si voglia vedere o raccontare la legge di Bilancio made in Meloni non è quella del vorrei ma non posso e neanche quella della montagna che partorisce topolino, è la legge di Bilancio della realtà. Realtà continuamente negata dal sentir comune, dalla comunicazione e propaganda politica, dall’umore rancoroso e acido elevato a opinione pubblica rispettabile. Realtà continuamente negata dalle lobby, corporazioni e sindacati e mestieri e categorie travestiti tutti da cittadini. La legge di Bilancio della realtà…

Ricordate Salvini dei 60 mld a debito?

Era appena due/tre mesi fa e Salvini raccontava di un governo Draghi dal braccino corto e spingeva Draghi a fare almeno 60 mld di debito ulteriore. Ometteva Salvini di dire a debito di chi. Per spendere a debito qualcuno ti deve far credito, prestare i soldi. La politica e la società italiana ignorano, respingono, schifano questa semplice e stringente ovvietà. E lo fanno da decenni. Però la realtà è tosta, ostinata, ruvida. E non si può abrogare. Neanche per via di volontà elettorale. Un referendum per l’abrogazione della realtà sarebbe vinto con ampie percentuali elettorali. Ma sulla realtà no avrebbe nessuna influenza.

Quindi la reale legge di Bilancio made in Meloni lo fa sì nuovo debito, lo fa lo scostamento di bilancio nel 2023 e lo fa di circa 20/25 miliardi (la somma approssimativa del costo delle promesse elettorali del Destra/centro viaggia tra i 100 e i 150 miliardi). Ma di questi (più la decina di mld per così dire avanzati dalla gestione Draghi) due su tre (venti su trenta) li deve spendere per tenere le bollette al trotto e non al galoppo. Di quel che resta, una decina di miliardi, neanche si può dire: spargi ricchezza, diventa povertà…Dieci miliardi son poca cosa, certo. Ma è già più di quanto il sistema socio-economico-finanziario italiano si possa permettere.

Il giorno del mugugnone

Il mugugnone è una figura sociale stabilmente dominante, è lui/lei che mugugna l’essenza e l’espressione della cittadinanza al tempo della negazione della realtà. Il mugugnone è assolutamente certo che i miliardi ci sono a palate e sacchi e che sono soltanto i cattivi e frapporsi tra lui e i miliardi. Il mugugnone piange sempre miseria, la sua categoria o bottega è sempre “in ginocchio” e “lasciata sola”. Il mugugnone grida allo scippo se un solo euro di spesa pubblica non gli arriva più, ed è certo del dovere dello Stato di spendere in spesa pubblica appunto mille e più miliardi senza infastidire e gravare i contribuenti con le tasse. Mille miliardi di spesa pubblica e zero tasse? Si può, i deve secondo il mugugnone pensare e agire. E il mugugnone vota, a milioni votano i mugugnoni. Il giorno della legge di Bilancio è il loro, il suo giorno, il giorno del mugugnone: anche madonna Giorgia ha trescato con la realtà e quindi per i tantissimi del Mugugnone day, anche madonna Giorgia ha perso la purezza.