Legge di Stabilità, Lega Nord presenta mozione di sfiducia contro Saccomanni

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Ottobre 2013 - 19:57 OLTRE 6 MESI FA
Fabrizio Saccomanni

Fabrizio Saccomanni

ROMA – La legge di Stabilità ha suscitato perplessità nella Banca d’Italia e nella Corte dei Conti, per questo la Lega Nord ha “predisposto al Senato una mozione di sfiducia individuale nei confronti del ministro Saccomanni alla luce delle audizioni della Corte dei Conti e Bankitalia che hanno confermato che la legge di stabilità non ha copertura economica”. Lo ha detto Massimo Bitonci, capogruppo della Lega in Senato. 

“E’ una manovra – afferma Bitonci in una nota – che va contro le fasce deboli della popolazione, crea disparità e ingiustizia. Non è accettabile che un ministro che non sa gestire i conti dello Stato resti al suo posto”.

”Corte dei Conti e Bankitalia – prosegue l’esponente del Carroccio – hanno demolito questo testo perché la riduzione del cuneo fiscale è insufficiente e crea iniquità per i lavoratori, perché predispone aumenti insopportabili di imposte tra cui le tasse sulla casa e non risolve il problema dei debiti della pubblica amministrazione alle aziende. Questo Paese sta colando a picco e non possiamo permetterci – conclude – di avere un Governo che non sia capace di affrontare i problemi”.

Martedì mattina la Banca D’Italia ha espresso perplessità sulla legge di Stabilità, soprattutto sugli interventi sul cuneo fiscale: “La riduzione del cuneo fiscale, che è elevato nel confronto internazionale, risponde all’esigenza di privilegiare il lavoro e la produzione”. Lo afferma Bankitalia aggiungendo: ”la dimensione dell’intervento non è elevata e riflette i limitati margini di manovra disponibili e la scelta di intervenire anche in altri ambiti”.

Sempre martedì, in un’audizione al Senato, la Corte dei Conti ha espresso dubbi sempre sugli interventi sul cuneo fiscale. Dal taglio del cuneo fiscale sul lavoro, oltre agli autonomi, sono esclusi incapienti e pensionati, ”ossia circa 25 milioni di soggetti” che comprendono anche quelli in ”maggiori difficoltà economiche”. E ”ciò comporta evidenti problemi distributivi e di equità”.