Legge elettorale, Enrico Letta: “Porcellum vergogna da superare al più presto”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Luglio 2013 - 12:27 OLTRE 6 MESI FA
 Legge elettorale, Enrico Letta: "Porcellum vergogna da superare al più presto"

Legge elettorale, Enrico Letta: “Porcellum vergogna da superare al più presto” (Foto Lapresse)

ROMA – “Il Porcellum è un monstrum che non garantisce né rappresentanza né governabilità. Una vergogna, peraltro a rischio di incostituzionalità, che va superata al più presto”. Il presidente del Consiglio Enrico Letta in una intervista alla rivista Arel, e anticipata dal quotidiano Europa, sottolinea però che ”non dobbiamo cercare scorciatoie e cadere nell’errore di considerare la legge elettorale la causa unica di tutti i mali della politica italiana”.

L’attuale legge elettorale, spiega, ”è un abito informe, slabbrato, da sostituire, su un corpo che però, anch’esso sempre di più svela la propria inadeguatezza e pesantezza rispetto alle trasformazioni della società italiana e, dunque, anche dell’elettorato. Penso all’insostenibilità del bicameralismo paritario – aggiunge – penso al numero eccessivo di parlamentari, penso alle ingessature della nostra democrazia decidente”.

”Riassumendo: il caos – avverte Letta – è ingenerato anzitutto da un sistema non all’altezza delle sfide con le quali un paese come l’Italia deve oggi misurarsi. Tanto piu’ dopo vent’anni di bipolarismo muscolare e inconcludente che ha inibito ogni serio tentativo di riforma”. Ma questo momento politico-istituzionale per Letta può portare qualcosa di nuovo, ”un approccio diverso, meno bellicoso, al confronto tra parti. Questo governo riunisce esponenti di formazioni che negli scorsi anni si sono fronteggiate aspramente, senza produrre nel complesso un gran bello spettacolo. Colpa dei nostri limiti, ma anche delle regole del gioco e del contesto nel quale si è svolto il confronto: un impianto costituzionale architettonicamente splendido, ma da ammodernare, un po’ come certi nostri stadi”.

C’è bisogno, prosegue con la metafora calcistica, ”di rizollare un terreno di gioco appesantito da troppe battaglie e di regole che favoriscano la fluidità del confronto e la certezza del risultato”. Quanto al Pd ”l’elezione del presidente della Repubblica, lo scorso aprile, costituisce a mio parere un punto di non ritorno. Si sono messe a repentaglio le nostre stesse ragioni fondative”. ”Confido – dice il premier – che possa servire a tutto come monito. Così come confido che la partita congressuale alle porte si riveli aperta, franca, costruttiva”, perché il Pd ”può e deve essere un elemento di stabilità della politica italiana, non un catalizzatore del caos e della frammentazione”.