Legge elettorale, Zagrebelsky: “Schiaffo da Consulta ma Parlamento è legittimo”

di redazione Blitz
Pubblicato il 8 Dicembre 2013 - 12:47 OLTRE 6 MESI FA
Legge elettorale, Zagrebelsky: "Schiaffo da Consulta ma Parlamento è legittimo"

Gustavo Zagrebelsky

ROMA – La bocciatura del “Porcellum” da parte della Corte Costituzionale è stata uno “schiaffo” sonoro ma “lo Stato deve sopravvivere e il Parlamento è legittimo”. Ne è convinto Gustavo Zagrebelsky che, in un’intervista al quotidiano la Repubblica mette in guardia sulle conseguenze innescate dalla sentenza della Consulta sulla legge elettorale.

Per il costituzionalista, ”ci si è cacciati in un vicolo cieco, del quale è difficile vedere l’uscita”. E aggiunge: ”E’ forse la decisione più legislativa che la Corte abbia mai pronunciato”. Alla domanda su cos’altro avrebbe potuto fare la Corte Costituzionale, risponde: ”Ammettere il referendum di due anni fa facendo rivivere il Mattarellum. A maggior ragione avrebbe potuto farlo in questa occasione”.

Comunque secondo Zagrebelsky, si può ragionare così:

“l’elezione di febbraio è un fatto concluso, sotto la vigenza di quella legge. Quindi la giunta per le elezioni non dovrebbe fare altro che trarre le conclusioni di quella elezione. Portando a termine la vicenda elettorale, secondo la legge vigente allora. Oppure – continua – si potrebbe dire che la giunta, nel convalidare o non convalidare, non può applicare la legge vecchia e deve tener conto di quella nuova”.

Per il giurista ”questa seconda soluzione porterebbe al caos”. Ma, sottolinea, ”è proprio qui che dovrebbe valere il principio della continuità dello Stato”. Ha torto perciò chi come Beppe Grillo grida alla cacciata dei 150 deputati “abusivi” perché eletti col premio di maggioranza che non c’è più.

In un’altra intervista rilasciata all’Unità, Zagrebelsky interviene sugli attacchi del Movimento 5 Stelle verso i giornalisti: ”Chiunque ha diritto di recriminare su ciò che viene scritto dai giornali. Ma per reagire a presunte distorsioni, o anche a diffamazioni, la strada non è certo quella delle liste di proscrizione”.