Legge stabilità e poi voto: spunta la data del 10 marzo. Sabato Monti al Colle

Pubblicato il 7 Dicembre 2012 - 19:09 OLTRE 6 MESI FA
Angelino Alfano arriva al Quirinale (foto Ansa)

ROMA – Una data già c’è, bella e pronta. Alle urne per rinnovare il Parlamento si potrebbe andare il 10 marzo. Data  ovviamente ufficiosa visto che, al momento, non è formale neppure la crisi del governo Monti. Ma data tutto sommato credibile perché consentirebbe lo scioglimento delle Camere entro il 10 gennaio dando qualche giorno in più a governo e Parlamento per approvare la legge fondamentale, quella di stabilità.

Che il governo non arrivi ad aprile è scontato e nella serata di venerdì lo diventa ancora di più  quando una nota del Quirinale informa che sabato 8 dicembre ci sarà un incontro tra Mario Monti e Napolitano. Incontro in qualche modo dovuto dopo che il capo dello Stato, venerdì ha sentito tutti i leader politici.

La data, scrive l’agenzia Ansa, “circola in ambienti della maggioranza” e tutto sommato potrebbe andare bene anche al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che all’esplodere del conflitto aveva frenato chiedendo di evitare una conclusione “precipitosa” della legislatura.  

Dopo una giornata a far finta di nulla, intanto, nella serata di venerdì è arrivato il primo commento di Mario Monti alla crisi che si sta profilando. Commento nella forma di battuta, pungente, con destinatari Alfano e Berlusconi: “Il re Sole si è un po’ allontanato da me”. Subito dopo, però, durante un intervallo alla Scala di Milano dove Monti è tra il pubblico, arriva la precisazione. Non da Monti ma da non meglio precisate “fonti governative” citate dall’Ansa: la battuta, non sarebbe stata riferita alla politica, ma semmai alle condizioni atmosferiche a Milano. La giornalista Lina Sotis – riferiscono le stesse fonti – ha detto al capo del governo di averlo trovato un po’ pallido. E Monti ha risposto: ”Il re Sole si e’ un po’ allontanato da me”.

Insomma, dopo che Angelino Alfano, nella mattinata di venerdì,  ha ribadito a Napolitano che “l’esperienza del governo Monti è conclusa” resta solo da pilotare gli ultimi giorni del governo. Viene piuttosto da chiedersi: 10 marzo, appena un mese prima della conclusione naturale della legislatura. Eppure qualcosa, anzi, più di qualcosa cambia. Innanzitutto Silvio Berlusconi otterrebbe quello che più di ogni cosa desidera, una lunga campagna elettorale con Monti in qualche modo al suo posto. E che sia campagna elettorale lo dimostra il confronto alla camera proprio tra Alfano che respinge le accuse di “irresponsabilità” e Pier Luigi Bersani, che parla dell’Imu come “tassa di Berlusconi e non di Monti”.

Poi c’è l’aspetto propriamente parlamentare della questione. La data del 10 marzo  consente di portare a compimento le leggi più urgenti ma di fatto affonda tutte quelle proposte nella forma di disegno di legge. Altro delicato capitolo è quello della conversione dei decreti legge (Ilva, solo per ricordarne uno dei più freschi, decreto che va convertito in legge entro il 1 febbraio) e dei cosiddetti regolamenti attuativi, ovvero la scrittura dei regolamenti che in concreto prevedono come applicare le leggi approvate in precedenza. Aspetto, quest’ultimo, dove il governo è indietro. Il rischio concreto è che la scrittura dei regolamenti tocchi direttamente al nuovo governo.

A fine giornata arriva quindi la nota di Napolitano che in qualche modo rafforza l’ipotesi marzo: Napolitano parla di ordinata conclusione della legislatura e di legge di stabilità:

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si legge nella nota, ha ricevuto questa mattina il segretario e i presidenti dei gruppi parlamentari del PdL che gli hanno illustrato la decisione assunta dal loro partito di considerare conclusa l’esperienza del governo Monti. Al tempo stesso essi hanno espresso il fermo intendimento di contribuire a un’ordinata conclusione della legislatura, anche in vista di adempimenti inderogabili relativi al bilancio dello Stato, riservandosi di decidere l’atteggiamento da tenere in Parlamento su ogni altro provvedimento già all’esame delle Camere.

Il Capo dello Stato, dice ancora la nota, ha di conseguenza ritenuto necessario ricevere e ascoltare i rappresentanti delle altre forze politiche che hanno in Parlamento sorretto con la loro fiducia il governo Monti, al fine di verificarne l’orientamento in ordine all’ulteriore sviluppo – nelle nuove condizioni determinate dalla decisione del PdL – dell’attività legislativa. Il Presidente della Repubblica ha inoltre esaminato concretamente, sia con il Presidente del Senato che successivamente con il Presidente della Camera, le prospettive già delineate nei rispettivi calendari. Di tutto ciò il Capo dello Stato darà al più presto puntuale ragguaglio al Presidente del Consiglio per discuterne con lui tutte le implicazioni. Il Presidente Napolitano confida – nel rispetto delle diverse sensibilità e posizioni politiche – che risulti possibile un percorso costruttivo e corretto sul piano istituzionale, nell’interesse del paese e della sua immagine internazionale.