Legittima difesa, il Pd si spacca. Renzi apre a destra, Orlando teme il far west

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Maggio 2017 - 09:11 OLTRE 6 MESI FA
Legittima difesa, il Pd si spacca. Renzi apre a destra, Orlando teme il far west

Legittima difesa, il Pd si spacca. Renzi apre a destra, Orlando teme il far west

ROMA – Legittima difesa, il Pd si spacca. Renzi apre a destra, Orlando teme il far west. La questione è calda ed elettoralmente sensibile e il Pd appare impegnato in una complicata mediazione se non proprio spaccato: rafforzare il concetto di legittima difesa aprendo alle istanze della destra o respingere invece le strumentalizzazioni della destra ed evitare di votare un provvedimento di legittima vendetta? Da una parte Matteo Renzi che si è ripreso ufficialmente il partito dopo l’investitura delle primarie, dall’altra il candidato rivale sconfitto e ministro della Giustizia Orlando.

E’ la prima prova in aula per i democratici: ieri Fratelli d’Italia ha tentato di giocare sulle divisioni interne al Pd chiedendo di discutere subito il ddl, ma il tentativo è fallito. Oggi però l’esame del testo avrà inizio. Durante il dibattito televisivo Orlando e Renzi avevano lanciato proposte alternative.

Per Renzi, “sulla legittima difesa dobbiamo fare di più. Spiace dirlo ma è così, punto. La parola sicurezza è di sinistra. Un primo passo è stato fatto ma fare di più non è cedere a una cultura securitaria bensì rispondere a un’esigenza dei cittadini. Va fatta una legge molto più seria di adesso”.

Ribatte Orlando che “i Paesi dove ci sono più armi in giro non sono più sicuri, come dimostrano gli Stati Uniti. Un conto è consentire la difesa, un conto lanciare un messaggio sbagliato che il cittadino possa difendersi da solo. Vanno tolte le armi, non date in più agli altri”.

Quale potere affidare ai giudici? Sul tavolo c’è un testo a firma Davide Ermini che cerca di conciliare le due posizioni. Da un lato si introduce il principio del “turbamento grave” che indurrebbe all’uso delle armi legittimo chi si sente attaccato o violato nella sua abitazione, dall’altro lascerebbe al giudice di stabilire quanto grave sia quel turbamento.

Compromesso difficile. Per Renzi questa cosa va cambiata: come fa un giudice a valutare ex post? I garantisti non si muovono da qui, senza il discrimine del giudice è il far west.

Al compromesso che dovrebbe essere presentato questa mattina prima dell’inizio dell’esame in aula si è lavorato fino a tarda serata. Il tentativo è quello di rafforzare il concetto di «presunzione di legittima difesa», come chiedono i centristi, mantenendo comunque il potere del giudice di valutare se si è verificato invece un eccesso di reazione. (Alessandro Di Matteo, La Stampa)