Il bluff Letizia Moratti, giocava a poker pensando fosse burraco

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 31 Maggio 2011 - 15:32 OLTRE 6 MESI FA

Letizia Moratti (Lapresse)

MILANO – Un altro bluff è stato “visto”, scoperto e battuto. Eppure Letizia Moratti aveva in mano buone carte, ma giocava a poker pensando fosse burraco. Il bluff della signora che poteva diventare manager, ne aveva le carte, ma che pensò essere la politica un ramo d’azienda e perse perciò non un’elezione ma tutta la strada. Manager di impresa privata con buon curriculum e medi risultati. Poi manager pubblica alla Rai, con molto buon fumo e scarso e bruciacchiato arrosto, quindi ministro della Pubblica Istruzione gestita, poco, senza infamia ma anche senza lode, infine manager della politica che si arrese e si consegno all’Opa non del tutto amichevole del socio di maggioranza Berlusconi e dei “consiglieri” Sallusti e Santanché. Per il Presidente del Consiglio la batosta presa alle amministrative non è colpa sua né tantomeno del suo governo. I responsabili della sconfitta ultimi e primi sono i candidati: Moratti in testa. Fa nulla che siano stati scelti direttamente dal premier, la colpa è loro, punto. E se la colpa è solo loro, è quindi bene quindi capire chi sono i colpevoli del peggior tracollo elettorale mai subito dal centrodestra. Milano diventerà “la Stalingrado d’Italia”, e la colpa è di Letizia Moratti.

Letizia Brichetto Arnaboldi, in Moratti, è quella che si dice una ragazza, ora una signora, di ottima famiglia. La famiglia Brichetto Arnaboldi, di origine genovese, nel 1873 ha fondato infatti la prima società di brokeraggio assicurativo in Italia. La giovane Letizia frequenta il Collegio delle fanciulle di Milano e frequenta i corsi di danza classica presso la scuola Carla Strauss. Nel 1972 si laurea presso l’Università degli studi di Milano nella facoltà di Scienze politiche. Dopo la laurea diventa assistente in Diritto comunitario europeo. Nello stesso periodo conosce Gianmarco Moratti, imprenditore del settore petrolifero, già separatosi da Lina Sotis, con cui si sposa diventando cognata di Massimo Moratti, presidente dell’Inter, e di sua moglie Milly Moratti, consigliere comunale a Milano per la Lista Ferrante (centrosinistra).Un prototipo, quindi, dell’altissima borghesia.

Giovanissima, grazie anche al suo status, si affaccia nel mondo del lavoro dove mette in luce delle doti manageriali che le vanno riconosciute. A 25 anni fonda la GPA, società di brokeraggio assicurativo, con fondi della famiglia Moratti. Nel 1990 entra nel consiglio di amministrazione della Comit, da cui esce nel ’94. Nel 1994 il Gruppo Moratti tramite la Securfin Spa acquisisce il controllo del Gruppo Nichols, con cui la GPA si fonde, la Moratti siede nel consiglio di amministrazione.

E sempre nel ’94, durante il primo governo Berlusconi, la Moratti si affaccia se non direttamente nel mondo della politica, almeno in quella della res publica venendo nominata alla presidenza della Rai. Incarico che conserva per due anni durante i quali propone un piano di ristrutturazione, con una rete nazionale finanziata dalla pubblicità e un canale federalista pagato dal canone Rai, progetto mai portato avanti. Chiusa l’esperienza in Rai, nel ’98, diventa presidente e amministratore delegato di News Corp Europe, società facente capo a Rupert Murdoch e proprietaria all’epoca di Stream TV. Dal 2000 al 2001 fa parte dell’Advisory Board del gruppo Carlyle Europa. Nel 2000 entra in GoldenEgg, fondo d’investimento in aziende attive nel settore di telecomunicazioni e multimedia, in rappresentanza della famiglia Moratti. In ottobre GoldenEgg si fonde con E-Street in Syntek, società con sede in Germania che si occupa di investimenti in telecomunicazioni e media. Syntek che ha subito una grave crisi patrimoniale e finanziaria nel secondo semestre 2007, ed è rilevata nell’agosto 2008 dal marito Gianmarco Moratti, passato dal 48,6 al 98,7 per cento, per 140 milioni di euro. Le perdite della Syntek hanno continuato a zavorrare la Securfin Holding di Gianmarco Moratti ancora fino all’agosto 2010. Un curriculm da manager di tutto rispetto quindi, anche se ampiamente sostenuto qua e là dalle sponsorizzazioni morattiane.