I sindaci non mollano il tesoro: le liberalizzazioni si sgonfiano

Pubblicato il 28 Febbraio 2012 - 20:15 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 28 FEB – Con le farmacie il governo ha strappato una mezza vittoria. Con i tassisti, invece, è arrivata una sconfitta di quelle chiare. Quanto ai comuni, con gli amministratori locali che non vogliono cedere il tesoro, la partita è ancora incerta. Di certo, però, il quadro è chiaro: le liberalizzazioni, annunciate come grande pacchetto per guidare il paese verso la crescita, si stanno sgonfiando.

Comuni, Regioni e Province, infatti,  fanno fronte unico contro la tesoreria unica, introdotta dal governo con l’articolo 35 del decreto iberalizzazioni.

E l’Anci, alla vigilia di un Consiglio Nazionale che si terrà mercoledì 29 febbraio a Napoli, esprime al governo, attraverso il suo presidente Delrio, tutto il suo fastidio ”per essere trattati come i bambini monelli che hanno sperperato”. Ma c’e’ anche chi, come il presidente della Provincia di Treviso, il leghista Leonardo Muraro, fa sapere non senza ironia di avere investito 30 milioni di euro in 24 ore, acquistando titoli di Stato italiani con il fondo cassa della Tesoreria, riuscendo cosi’ a prenotare un incasso di quasi 329 mila euro con gli interessi.

Nel frattempo il governo, attraverso il sottosegretario allo Sviluppo Claudio De Vincenti, ha fatto sapere che il testo sulla tesoreria unica subira’ solo piccole modifiche rispetto a quello licenziato dal Governo. Ma a 24 ore dal versamento della prima tranche del 50% nella tesoreria statale dei fondi degli enti locali, il presidente dell’Anci Graziano Delrio ribadisce dai microfoni di Tgcom24 che ”il danno e’ morale e costituzionale perche’ si lede l’autonomia finanziaria dei Comuni”. Non e’ portando via i fondi dagli enti locali alla tesoreria unica, avverte, ”che si esce dalla crisi”. E’ di oggi inoltre la notizia diffusa dall’Anci dell’invio di telegrammi a tutti i sindaci per proporre un’azione legale in sede civile, rilanciando uno schema di delibera gia’ adottata dal Comune di Venezia per un ricorso formalizzato questa mattina presso il tribunale della citta’ e che nei fatti blocca il trasferimento in attesa di un pronunciamento del giudice.

Meccanismo molto simile a quello messo a punto dal governatore del Veneto Zaia, che ha ieri diffidato il proprio tesoriere, Unicredit Banca, a trasferire le risorse della Regione alla tesoreria unica nazionale. ”Giu’ le mani dai nostri soldi – ha detto il governatore, che ha anche promosso un ricorso al Tar contro il decreto Liberalizzazioni – noi li abbiamo portati in banca e se questa li deve mandare a qualcuno deve darli a noi e non al governo, cioe’ allo Stato”. Dalla tesoreria unica prende le distanze anche il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, che oggi da Palazzo Chigi, al termine di un confronto con il premier Mario Monti, ha detto che la norma ”va ridiscussa e cambiata”, ma soprattutto che ”bisogna trovare un altro modo per affrontare il problema, e bisogna che lo si faccia tutti insieme”. E in giornata ha espresso la sua ”forte perplessita”’ anche il presidente della regione Umbria Catiuscia Marini.

Tranchant il presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione, per il quale il provvedimento ”va cancellato perche’ incostituzionale e lede l’autonomia di Regioni, Province e Comuni”. E, rispondendo indirettamente al governo, chiarisce che non servono piccole modifiche se non si vogliono provocare ”effetti devastanti, non solo sulle amministrazioni locali, ma su tutti i sistemi economici dei territori, commissariando nei fatti Regioni, Province e Comuni”.