Liberalizzazioni: come votano le lobby dei professionisti in Parlamento?

Pubblicato il 23 Gennaio 2012 - 08:47 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Con la fase due Monti ha dichiarato guerra alle lobby, ma sono numerosi i parlamentari che, non curanti del conflitto d’interessi, sono pronti a votare contro il decreto liberalizzazioni e a far valere gli interessi di categoria.

Il gruppo più numeroso in Parlamento è costituito dagli avvocati, in tutto 133, molti del Pdl. Tra essi ci sono nomi di peso come l’ex guardasigilli Angelino Alfano e l’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa. Ma sono ben rappresentate anche altre professioni: i commercialisti sono 23, gli architetti 13 e gli ingegneri 20. Sono invece 53 i medici seduti sugli scranni del Parlamento.

Antonio Mazzocchi, avvocato pdl ha detto: “E’ folle l’idea di chiederci un preventivo:come si fa, non si sa neanche quante udienze ci saranno”. Massimo Donadi, anche lui avvocato, ma Idv si difende: “Il conflitto esiste, ma devono essere i gruppi parlamentari a farsi valere. E poi non ci si può lamentare un giorno dei politici di professione, burocrati di partito, e il giorno dopo attaccare i professionisti che arrivano in Parlamento”.

Nessun tassista invece alle Camere, anche se sono in molti a difendere le ragioni della categoria contraria al provvedimento varato nell’ultimo Consiglio dei ministri. Infine 4 i notai in Parlamento come 4 sono i farmacisti. A Monti 73 parlamentari di Pdl, Io Sud e Terzo Polo hanno chiesto con una lettera di ripensare la liberalizzazione dei farmaci di fascia C a parafarmacie e corner nei supermercati.

Quello che resta da chiedersi è: “Come voteranno deputati e senatori se sono anche notai o farmacisti?”.