Liberalizzazioni, Monti ai partiti: “Il decreto non si tocca”

Pubblicato il 21 Gennaio 2012 - 19:40 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ''Il parlamento e' sovrano ma sconsiglieremmo di fare variazioni che dovessero far venir meno la logica di insieme''. Mario Monti lo dice con il suo consueto garbo, ma il messaggio del premier ai partiti suona esplicito: il decreto sulle liberalizzazioni non sara' stravolto nel suo impianto, con buona pace di Pdl, Pd, Lega e quanti altri (con l'unica eccezione del Terzo Polo) gia' piantano paletti.

L'appoggio con riserva dei partiti non sembra preoccupare Monti, che da Tripoli avverte i naviganti: ''Il decreto e' un provvedimento complesso cosi' com'e', corposo e incisivo, ha una sua logica di insieme che noi, come governo illustreremo al Parlamento e ai partiti''. E sono appunto 'sconsigliati' cambiamenti.''E' sempre vero che nella vita umana si puo' fare di piu' nel bene, ma anche nel male…'' , sfodera il suo humor il premier. ''Del resto – aggiunge – chi dice di fare di piu' auspica che questo accada in settori cui non appartiene, spingendo invece a fare di meno nel suo settore''.

Sul Colle, il capo dello Stato Giorgio Napolitano ancora attende la versione definitiva del provvedimento, che ha conosciuto nella versione entrata in consiglio dei ministri e non in quella uscita dopo otto ore di discussione (''Cdm movimentato? Non me ne sono accorto, mi e' sembrato solo lungo…'', dice Monti). Un po' tutti i partiti, intanto, come avevano fatto a caldo confermano di essere intenzionati a far sentire il loro peso, chiedendo modifiche in Parlamento. ''Ma noi saremo guardiani della tenuta e dell'ampliamento del decreto'', esce dal coro solo il Terzo Polo, che con Francesco Rutelli annuncia guerra senza quartiere a partiti, lobby e corporazioni pronti a modificare il piano del governo.

In testa a tutti il Pdl, che modifica i toni barricaderi di Silvio Berlusconi ieri ma conferma di fatto la sostanza. ''Gli sforzi del governo sono apprezzabili'', spiega cortese Angelino Alfano, ma il decreto sara' sostenuto ''solo se'' centrera' l'obiettivo di fare un buon servizio al cittadino, ridurre i costi e offrire servizi migliori''. Piu' spiccio Osvaldo Napoli: ''Quello letto sui giornali e spiegato da Palazzo Chigi e' un brodino ristretto incapace di rimettere in piedi qualsiasi persona che avesse avuto anche solo due linee di febbre. A rendere incisivo il decreto ci pensera' il Parlamento''.

Anche il Pd, senza timidezze, fa capire a Monti di voler vigilare. ''Bene il provvedimento – dice chiaro Pierluigi Bersani – ma proporremo di fare di piu' in Parlamento, con emendamenti precisi, che si capiscano''. Perche', spiega Cesare Damiano, ''come sulle pensioni, anche sulle liberalizzazioni la nostra agenda non puo' essere automaticamente quella di Monti''. ''E il diavoletto sta nei particolari – aggiunge Rosy Bindi -. Vigileremo se si tratta di vere liberalizzazioni e se davvero non si e' guardato in faccia a nessuno''.

La Lega, a sua volta, prepara per domani la sua manifestazione di protesta a Milano (e con Roberto Calderoli si scaglia contro ''il governo dei pifferai magici, che massacra Abele per premiare Caino''. Il Terzo Polo conferma invece il suo incondizionato appoggio a Monti e si candida a fare da 'guardiano' nell'iter parlamentare delle liberalizzazioni. ''Per alcuni e' un decretino per altri un decretone, per noi una cosa seria che ne' Prodi ne' Berlusconi avevano mai fatto'', afferma Pier Ferdinando Casini.

''Erano misure indispensabili – concorda Gianfranco Fini -, e adesso va preso di petto il mercato del lavoro''. Punta il dito L'IDV, con Antonio Di Pietro: ''Si poteva, anzi si doveva, essere molto meno timidi in materia di banche, assicurazioni ed energia, perche' sono quelle le voci che fanno la differenza tra il fumo e l'arrosto''. Ma Antonio Catricala', sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, assicura che il governo sapra' ''vincere la diffidenza delle categorie ed infondere la giusta fiducia''. E chiosa: ''Prevedevamo che ci sarebbero state delle reazioni, mi sembrano contenute. E il fatto che siano piu' categorie a protestare vuol dire che abbiamo fatto una manovra equilibrata''.