Liberalizzazioni, Severino vede gli ordini. Parte il confronto

Pubblicato il 16 Gennaio 2012 - 22:29 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 16 GEN – ''Non e' all'esame alcun provvedimento di abolizione degli ordini''.

E' la promessa del ministro della Giustizia, Paola Severino ai rappresentanti dei professionisti riuniti con urgenza al ministero. La convocazione e' arrivata solo sabato. Il ministro apre cosi' al confronto e invita a incontri settimanali sulla riforma, una materia ''su cui vigila'' personalmente.

La bozza del decreto sulle liberalizzazioni circolata nei giorni scorsi non sarebbe attendibile, secondo i partecipanti dall'incontro, e il Guardasigilli avrebbe affermato che le norme sulle professioni sono di sua responsabilita' e sara' solo lei a presentarle al Consiglio dei ministri. Ci sarebbero novita' sulle tariffe, sul numero dei notai e sui tirocini, che potrebbero essere svolti, in parte, durante gli studi universitari.

La risposta dei professionisti e' in gran parte positiva, con il presidente dell'Ordine dei commercialisti, Claudio Siciliotti, che offre piena collaborazione al ministro e il presidente dell'ordine degli Architetti, Leopoldo Freyrie, che parla di un clima molto positivo. Mantiene la sua opposizione, invece, il presidente del Consiglio nazionale forense, Guido Alpa, che conferma la protesta degli avvocati durante l'apertura dell'anno giudiziario: ''leggeremo un comunicato su come i principi fondamentali dell'avvocatura siano stralciati e calpestati da questi provvedimenti''.

Piu' fatalista, il presidente del consiglio nazionale del Notariato, Giancarlo Laurini: ''nel decreto e' probabile che ci sia l'aumento della pianta organica, vedremo'', afferma obiettando che con la crisi non e' il momento piu' opportuno per farlo. Il ministro apre comunque a una revisione dei criteri e una riduzione dei tempi per questo intervento. Quanto alle tariffe, invece, Severino ribadisce che ''la negoziazione dei compensi e' libera'' e le tariffe sono gia' state abrogate. Sara' invece presa in esame la questione di mantenerle come rifermento per i giudici nei processi e nei rapporti tra professionisti e pubblica amministrazione.